Dati Istat. "La pratica sportiva in Italia". In calo la sedentarietà, in aumento il dropout.
In diminuzione la pratica degli sport acquatici e subacquei rispetto al rapporto del 2015 e 2006.
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Durante la presentazione dei dati ISTAT 2024, intitolata "La pratica sportiva in Italia", che si è svolta oggi al Palazzo delle Terme al Foro Italico, è emerso un quadro positivo sull'attività fisica nel paese. Erano presenti il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il Presidente di ISTAT Francesco Maria Chelli, l'Amministratore delegato di Sport e Salute Diego Nepi Molineris e il Presidente dell'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale Beniamino Quintieri.
L'indagine ISTAT rivela che l'Italia sta diventando sempre più attiva, con una riduzione della sedentarietà e un incremento della pratica sportiva continuativa. Nel 1995, questa percentuale era del 17,8%, mentre nel 2024 è salita al 28,7%, un leggero aumento rispetto al 28,3% del 2023. L'aumento più significativo riguarda gli italiani che praticano attività fisica leggera, come camminare, andare in bicicletta o fare esercizi liberi, che sono passati dal 27,9% nel 2023 al 29,7% nel 2024 (+1,8%).

Dalle tavole pubblicate sul rapporto ISTAT cala la pratica degli sport acquatici e subacquei rispetto al rapporto 2015 e 2006, nel 2024 risultano al terzo posto come scelta del 18,7% degli sportivi (poco più di 4 milioni).

I dati, presentati anche con la partecipazione del Presidente del CONI Luciano Buonfiglio e del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Marco Giunio De Sanctis, rivelano anche informazioni sui "luoghi di sport". Il 59,5% degli italiani che praticano sport lo fa in impianti al chiuso, come palestre e piscine coperte, mentre il 36,8% si esercita in spazi all’aperto, come campi di calcio o tennis. Inoltre, cresce il numero di persone che fa attività fisica in casa o negli spazi condominiali, con una crescita del 6,7% negli ultimi 10 anni, passando dal 13,5% al 20,2%.

L'ISTAT ha anche evidenziato le motivazioni alla base della pratica sportiva: il 61,5% lo fa per mantenersi in forma, il 49,8% per passione o piacere, il 42,6% per svago e il 27,5% per ridurre lo stress. Tuttavia, le principali ragioni per cui le persone abbandonano lo sport sono la mancanza di interesse, le difficoltà economiche, la scarsità di impianti o la difficoltà di accesso agli stessi. Tra i giovani di età compresa tra i 10 e i 24 anni, le ragazze abbandonano lo sport più frequentemente dei ragazzi (21,6% contro 15,1%), di solito con un anno di anticipo (a 14 anni contro i 15 anni dei ragazzi).
Il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi - "Quello che ISTAT ci ha illustrato oggi deve servire a rappresentare da un lato il nostro medagliere, la nostra competitività, i nostri atleti, le nostre atlete, dall'altro, dovrà sempre corrispondere il miglioramento della qualità della vita, che è il nostro obiettivo. Ho detto tante volte in questi anni che abbiamo un sistema unico al mondo, abbiamo la fortuna di disporre di una architettura di straordinario valore e molto articolata, il CONI, il CIP, le Federazioni, le Discipline Sportive Associate, gli Enti di Promozione Sportiva, Sport e Salute e l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale. I dati emersi da questa ricerca ci dicono che la sedentarietà è in calo: questo significa che siamo sulla buona strada, che il gioco di squadra sta funzionando, ognuno nel proprio ruolo ma in totale sintonia. Penso che la Costituzione con la modifica dell'articolo 33 - ha aggiunto Abodi - ci aiuti a sottolineare il nostro impegno nel valorizzare l'attività sportiva in tutte le sue forme. Perché dove lo sport non c'è nascono grandi problemi che poi diventano cronaca nera. Continueremo a rinforzare il sistema per presentarci sempre pronti alle necessità con competenza e convinzione. Lavoreremo sulle asimmetrie: esistono squilibri tra Nord e Sud, tra uomini e donne, legati anche alle condizioni economiche e sociali. Eppure, la Costituzione non ammette distinzioni. Lo sport deve unire e non escludere".
- (DROPOUT) - In 10 anni cresce la quota di chi smette di fare sport
Nel 2024 oltre 14 milioni e 600mila persone di 3 anni e più (il 25,4%) dichiarano di aver abbandonato la pratica sportiva (i cosiddetti dropout) in un certo momento della loro vita. Il fenomeno è più diffuso tra gli uomini (27,5%) rispetto alle donne (23,4%) e si concentra soprattutto nelle fasce di età centrali, chiaramente a causa dei maggiori impegni legati a famiglia e lavoro tipici di questa fase della vita.
Anche per l’interruzione della pratica sportiva emergono forti differenze territoriali: le interruzioni sono più frequenti nel Centro-nord (26,8%) rispetto al Mezzogiorno (22,7%), dove però la pratica sportiva è generalmente meno diffusa.
Rispetto al 2015, quando i dropout erano il 20,2%, si registra un netto aumento. Dunque, se da un lato cresce, come sottolineato in precedenza, il numero di chi pratica sport, dall’altro aumenta anche chi, a un certo punto, smette. In particolare, tra il 2015 e il 2024, l’incremento più marcato si è avuto tra gli adulti e gli anziani over 60, con un aumento di circa 10 punti percentuali.
L’interruzione della pratica sportiva è un fenomeno da monitorare, soprattutto tra i più giovani. Già a partire dai 10 anni, infatti, cresce il numero di chi dichiara di aver smesso di fare sport. Nel 2024 sono circa 1 milione e 560mila i giovani tra i 10 e i 24 anni che affermano di aver praticato sport in passato, ma di averlo poi abbandonato (18,3% in questa fascia d’età).
Il fenomeno riguarda più le ragazze (21,6%) dei ragazzi (15,1%) e avviene anche più precocemente: in media a 14 anni per le ragazze contro i 15 dei coetanei maschi.
Per quanto riguarda le motivazioni, più di un giovane ex-sportivo su due ha smesso per mancanza di tempo (41,9%) o per perdita di interesse verso lo sport (39,1%). Altri motivi frequenti includono gli impegni scolastici (16,2%), l’emergere di nuovi interessi (10,6%), la stanchezza o la pigrizia (8,4%). Il 7,6% segnala le difficoltà economiche, mentre per il 5,9% la decisione è stata influenzata dalla mancanza di strutture adeguate o dalla difficoltà a raggiungerle (Figura 7).
L’analisi per genere rivela ulteriori differenze: le ragazze interrompono più spesso per mancanza di tempo e motivi legati allo studio, mentre tra i ragazzi prevalgono la perdita di interesse e la pigrizia.
COMUNICATO STAMPA ISTAT
- La pratica sportiva in Italia. Quasi una persona su tre pratica con continuità uno sport
Nel 2024 sono più di 21 milioni 500mila le persone di 3 anni e più che nel nostro Paese praticano uno o più sport nel tempo libero (il 37,5% della popolazione di 3 anni e più). Tra questi il 28,7% pratica uno sport con continuità e l’8,7% saltuariamente.
La tendenza a praticare sport cresce nel tempo: nel 1995 la quota di sportivi tra le persone di 3 anni e più era pari al 26,6%. L’incremento della pratica sportiva ha riguardato quasi esclusivamente quella di tipo continuativo, cresciuta di quasi 11 punti percentuali (era il 17,8% nel 1995), mentre è rimasta abbastanza stabile in tutto il periodo la pratica di tipo saltuario e occasionale (Figura 1).
I livelli di pratica sportiva sono più elevati tra gli uomini. Nel 2024 il 43,4% degli uomini pratica sport, mentre fra le donne la percentuale scende al 31,8%. Nel tempo, il graduale aumento della pratica sportiva ha però riguardato di più le donne, al punto che il divario di genere tra i praticanti si riduce da circa 17 punti percentuali nel 1995 a 11,6 punti percentuali nel 2024.
Lo sport è un’attività del tempo libero fortemente legata all’età: la passione per lo sport è un tratto distintivo dei più giovani e raggiunge le quote più elevate tra i ragazzi di 11-14 anni (nel 2024 il 75,6%, di cui il 66,7% in modo continuativo e l’8,9% in modo saltuario). A partire dai 15 anni l’interesse per la pratica sportiva inizia a diminuire, anche se la quota di praticanti rimane comunque elevata fino ai 24 anni (rispettivamente il 66,1%
tra i 15 e i 17 anni e il 53,9% tra i 18 e i 24 anni), per poi diminuire progressivamente nelle età successive.
La pratica sportiva scende al 23,3% tra i 65-74enni ed è pari all’8,1% tra la popolazione di 75 anni e più. Da segnalare, tuttavia, il forte aumento proprio nella terza età considerando che nel 1995 praticava sport solo il 5,3% dei 65-74enni e appena l’1,4% degli ultra-settantaquattrenni.
L’attitudine alla pratica sportiva è disomogenea sul territorio. Il Nord-est è la ripartizione geografica con la quota più elevata di praticanti (43,9%), seguito dal Nord-ovest e dal Centro (rispettivamente il 41,7% e il 41,5%). Nelle regioni meridionali e insulari, invece, la pratica sportiva si attesta generalmente su livelli mediamente più bassi (27,9%).
Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, i livelli di pratica sportiva sono più alti nei comuni centro dell’area metropolitana (42,7%) e in quelli delle zone limitrofe alle aree metropolitane (40,1%). Quote meno elevate interessano, invece, i piccoli comuni fino a 2mila abitanti (29,7%).
Uno sportivo su cinque usa le nuove tecnologie per allenarsi

Nel 2024 il 13,0% degli sportivi di 3 anni e più ha dichiarato di praticare sport meno di una volta a settimana, quasi la metà (48,8%) di allenarsi una o due volte a settimana, mentre più di uno su tre (il 37,1%) di praticare tre o più volte a settimana. Sono specialmente gli uomini a praticare sport con maggiore frequenza: è pari al 40,3% la quota di uomini che si allena con una frequenza di tre o più volte a settimana, mentre si scende al 32,8% tra le donne (Figura 2).
I bambini di 3-5 anni fanno sport meno frequentemente ma, crescendo, lo sport diventa sempre più assiduo fino a toccare il livello più alto tra i giovani di 15-24 anni che, nel 47,6% dei casi, praticano sport in media per tre o più giorni a settimana.
A causa dell’età e soprattutto degli impegni quotidiani di tipo lavorativo o familiare, la frequenza della pratica sportiva si riduce nelle classi di età centrali (in particolare tra i 45 e i 64 anni) e recupera un po’ tra gli over sessantaquattrenni: in questa fascia d’età più di uno sportivo su tre pratica sport in media tre o più giorni a settimana (36,2%).
Il 66,6% degli sportivi fa sport durante tutto l’anno, il 32,3% solo stagionalmente. La quota di chi pratica con maggiore continuità nell’anno è più elevata tra gli uomini che tra le donne (68,7% contro 63,8%).
Negli ultimi 10 anni la quota di sportivi che pratica sport durante tutto l’anno è aumentata in modo significativo (era pari al 59% nel 2015), parallelamente si riduce, di 7,3 punti percentuali rispetto al 2015, la quota di chi pratica sport solo stagionalmente.
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