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Sport e Salute e adidas unite contro il drop-out giovanile

Partnership triennale per riportare lo sport al centro della vita dei giovani e combattere l’abbandono precoce.

Sport e Salute e adidas hanno siglato una nuova partnership triennale con un obiettivo chiaro: combattere l’abbandono sportivo giovanile e riportare il movimento al centro della vita delle persone. L’annuncio è stato celebrato allo Stadio dei Marmi, in un evento spettacolare che ha unito luci, musica e il valore simbolico della fatica, evocando lo spirito di Pietro Mennea.

Il cuore dell’accordo è il progetto “Sport nelle Scuole – Scuola Attiva”, che porterà nelle scuole italiane workshop, lezioni e incontri con grandi atleti, promuovendo i valori autentici dello sport: energia, inclusione, rispetto e divertimento. L’obiettivo comune è contrastare il drop-out: quando un ragazzo smette di fare sport, si ferma anche una parte del suo futuro.

Nelle dichiarazioni ufficiali, il CEO di Sport e Salute Diego Nepi Molineris ha sottolineato l’importanza dello sport come strumento di benessere e crescita personale. Pietro Allievi (adidas Italia) ha ribadito il potere dello sport di unire e trasformare, incoraggiando i giovani a credere in se stessi e a trovare nello sport un luogo di libertà e opportunità.

 

Estratto da"La pratica sportiva in Italia" - DATI ISTAT 2024 - 

(DROPOUT) - In 10 anni cresce la quota di chi smette di fare sport

Nel 2024 oltre 14 milioni e 600mila persone di 3 anni e più (il 25,4%) dichiarano di aver abbandonato la pratica sportiva (i cosiddetti dropout) in un certo momento della loro vita. Il fenomeno è più diffuso tra gli uomini (27,5%) rispetto alle donne (23,4%) e si concentra soprattutto nelle fasce di età centrali, chiaramente a causa dei maggiori impegni legati a famiglia e lavoro tipici di questa fase della vita.

Anche per l’interruzione della pratica sportiva emergono forti differenze territoriali: le interruzioni sono più frequenti nel Centro-nord (26,8%) rispetto al Mezzogiorno (22,7%), dove però la pratica sportiva è generalmente meno diffusa.

Rispetto al 2015, quando i dropout erano il 20,2%, si registra un netto aumento. Dunque, se da un lato cresce, come sottolineato in precedenza, il numero di chi pratica sport, dall’altro aumenta anche chi, a un certo punto, smette. In particolare, tra il 2015 e il 2024, l’incremento più marcato si è avuto tra gli adulti e gli anziani over 60, con un aumento di circa 10 punti percentuali.

L’interruzione della pratica sportiva è un fenomeno da monitorare, soprattutto tra i più giovani. Già a partire dai 10 anni, infatti, cresce il numero di chi dichiara di aver smesso di fare sport. Nel 2024 sono circa 1 milione e 560mila i giovani tra i 10 e i 24 anni che affermano di aver praticato sport in passato, ma di averlo poi abbandonato (18,3% in questa fascia d’età).

Il fenomeno riguarda più le ragazze (21,6%) dei ragazzi (15,1%) e avviene anche più precocemente: in media a 14 anni per le ragazze contro i 15 dei coetanei maschi.

Per quanto riguarda le motivazioni, più di un giovane ex-sportivo su due ha smesso per mancanza di tempo (41,9%) o per perdita di interesse verso lo sport (39,1%). Altri motivi frequenti includono gli impegni scolastici (16,2%), l’emergere di nuovi interessi (10,6%), la stanchezza o la pigrizia (8,4%). Il 7,6% segnala le difficoltà economiche, mentre per il 5,9% la decisione è stata influenzata dalla mancanza di strutture adeguate o dalla difficoltà a raggiungerle.

L’analisi per genere rivela ulteriori differenze: le ragazze interrompono più spesso per mancanza di tempo e motivi legati allo studio, mentre tra i ragazzi prevalgono la perdita di interesse e la pigrizia.

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