Annegamenti in Italia: il numero resta stabile, ma ancora troppo alto
Il 27 maggio un convegno nazionale per rilanciare prevenzione e consapevolezza
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Segnaliamo un interessante articolo pubblicato sul sito Mondobalneare.it a firma del consulente della Sezione Salvamento di Federnuoto Dario Giorgio Pezzini sul tema degli annegamenti.
In Italia annegano ancora circa 400 persone all’anno, soprattutto nei mesi estivi e in contesti privi di sorveglianza come spiagge libere, fiumi o laghi. È il dato principale che emerge dai rapporti dell’Osservatorio nazionale sull’annegamento, nato nel 2019 per iniziativa di enti scientifici, istituzioni e organizzazioni del soccorso acquatico.
Frutto di anni di studi, l’Osservatorio evidenzia che i dati ufficiali (Istat, OMS) sono parziali e non indicano dove e come avvengano gli incidenti. Per questo, i ricercatori italiani si sono affidati anche alla stampa locale e a fonti alternative per ricostruire contesti, dinamiche e profili delle vittime.
I risultati sono chiari: il 52% degli annegamenti avviene sulle spiagge, spesso per il fenomeno delle correnti di ritorno, il 38% in acque interne e il 10% in piscina. Inoltre, molti dei decessi sono evitabili. L’apprendimento del nuoto e l’educazione alla sicurezza acquatica, insieme a una maggiore sorveglianza, sono stati determinanti nella riduzione della mortalità rispetto al passato, ma da oltre vent’anni il trend si è stabilizzato.
Il 27 maggio 2025, a Roma, si terrà un convegno nazionale organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità per presentare i dati aggiornati e programmare un piano organico di prevenzione in linea con le indicazioni dell’OMS.
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