L'estate del '94. 30+1 anni dal mondiale di Roma.
Dove comincio l'evoluzione dei tecnici italiani e del nostro Settore Istruzione Tecnica.
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L’estate del 1994 fu un momento cruciale per il nuoto italiano, segnato dai Campionati del Mondo ospitati a Roma, dal 1° all’11 settembre, nello scenario unico del Foro Italico.
In quegli anni, il nostro nuoto era ancora in fase di maturazione, ma già aveva lanciato segnali importanti. Oltre a Giorgio Lamberti – primatista mondiale nei 200 stile libero a Bonn nel 1989, vincitore di 1 oro e 2 bronzi ai Mondiali di Perth '91 e di ben 8 medaglie tra gli Europei di Bonn ’89 e Atene ’91 – si erano affermati anche Stefano Battistelli, doppio bronzo olimpico (Seul ’88 nei 400 misti e Barcellona ’92 nei 200 dorso), con 2 argenti e 2 bronzi mondiali tra Madrid ’86 e Perth ’91, e 5 medaglie europee, e Luca Sacchi, bronzo olimpico nei 400 misti a Barcellona ’92 e campione europeo ad Atene ’91. Tutti loro avevano contribuito a portare alla ribalta il tricolore nel panorama internazionale.
L’edizione romana dei Mondiali fu un evento memorabile: riempì le tribune del Foro e tenne incollati tecnici, atleti e appassionati davanti al televisore – sì, all’epoca c’era ancora il tubo catodico – accompagnati dalla voce inconfondibile di Sandro Fioravanti, in una copertura RAI degna dei mondiali di calcio.
Molti furono i momenti rimasti nella storia, come il record del mondo di Franziska van Almsick nei 200 stile libero, a cui accedette in finale solo per la rinuncia di una connazionale.
Fu anche il Mondiale che consacrò Kieren Perkins come campione assoluto, capace di stabilire il record del mondo nei 400 stile libero con un passaggio ai 200 solo di poco più lento rispetto al tempo registrato sulla stessa distanza il giorno prima.
Quella del '94 fu anche l’edizione del primo dominio cinese – in particolare al femminile – poi smascherato dall’antidoping pochi mesi dopo ai Campionati asiatici.
Per l’Italia, l’unico squillo in vasca fu il bronzo di Lorenza Vigarani nei 200 dorso (segue video TMC), mentre il Settebello conquistò uno straordinario oro.
Sono passati più di trent’anni, e oggi il pubblico del nuoto italiano è abituato a standard ben diversi: ci affacciamo ai Mondiali di Singapore 2025 forti di due titoli olimpici conquistati a Parigi e di una presenza ormai costante tra i finalisti e i medagliati, al punto da ritenere “deludente” una manifestazione in cui nessun italiano va a podio (viziati!).
Com’è stato possibile questo cambiamento radicale? Come siamo passati da nazione emergente negli anni ’90 a riferimento internazionale, consolidando anno dopo anno un livello così alto e costante di risultati?
La risposta è semplice: la formazione.
Il Settore Istruzione Tecnica della FIN ha compiuto un’evoluzione decisiva a fine anni ’90, rafforzando la presenza federale prima nelle regioni e poi nelle province. Ha avviato un circolo virtuoso di formazione, esperienza e condivisione che ha costruito negli anni un solido know-how: una metodologia, una cultura dell’acqua e una mentalità vincente che hanno permesso a “occhi esperti” di individuare e far crescere i talenti in ogni angolo del Paese.
L’Italia del nuoto non è solo la nazionale azzurra, ma un intero movimento tecnico che ogni giorno accoglie bambini nelle piscine di tutta Italia, accompagnandoli in un percorso che, attraverso il divertimento, può portarli fino ai Giochi Olimpici.
Easy!
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