Scienza e tecnologia in vasca all’ECSS 2025 di Rimini.
Un successo il simposio pre-congressuale curato dall’Università di Bologna. Foto: Chiara Medici
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Con una giornata interamente dedicata alla tecnologia applicata al nuoto, l’edizione 2025 dell’ECSS (European College of Sport Science) si è aperta a Rimini con un momento di altissimo profilo scientifico. Il congresso, il più prestigioso in Europa nell’ambito delle scienze dello sport, è tornato in Italia per la prima volta dopo l’edizione di Roma del 1999, grazie all’organizzazione del gruppo di Scienze Motorie dell’Università di Bologna, in collaborazione con l’Università di Padova, e presieduto da Samuele Marcora (UNIBO) e Marco Narici (UNIPD).
Per la prima volta, all’interno del programma ufficiale, è stato organizzato un evento pre-congressuale focalizzato esclusivamente sul nuoto, a testimonianza di quanto la disciplina stia evolvendo grazie al contributo della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica.
L’iniziativa è stata ideata e curata dai professori Matteo Cortesi e Silvia Fantozzi dell’Università di Bologna, grazie al supporto del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita ed ha rappresentato un momento focale per la comunità scientifica natatoria.
Ospitato presso il Garden Sporting Center di Rimini, il simposio ha visto la partecipazione di oltre 100 esperti da circa 40 Paesi: ricercatori, allenatori, tecnici di livello internazionale e professionisti del settore si sono confrontati sulle applicazioni più avanzate in ambito biomeccanico, fisiologico e tecnologico. Presenze d’eccezione come Cesare Butini, responsabile tecnico della nazionale italiana di nuoto, e alcuni tra i più noti studiosi della disciplina, tra cui Paola Zamparo, Maria Francesca Piacentini, Kamiar Aminian, Claudio e Fulvia Gobatto, Marcelo Papoti, Fabian Moeller, Alberton Cristina Lima, hanno arricchito ulteriormente l’appuntamento.
Foto:Chiara Medici
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Il momento centrale dell’evento è stato rappresentato dalle dimostrazioni in vasca, dove sei tecnologie d’avanguardia sono state testate su nuotatori di livello nazionale, mostrando come oggi sia possibile analizzare il gesto tecnico in tempo reale e con grande precisione. Tra queste, un sistema 3D subacqueo svedese ha permesso di visualizzare la nuotata in tre dimensioni con altissima precisione, mentre sensori muscolari e inerziali, sviluppati in Italia, hanno monitorato attivazione e sinergie muscolare, oltre alla cinematica, senza interferire con il movimento. Un metabolimetro portatile ha misurato il consumo di ossigeno respiro per respiro, affiancato da un ossimetro indossabile per la valutazione della saturazione di ossigeno muscolare. A completare, un sistema per il calcolo della resistenza idrodinamica ha fornito dati utili alla personalizzazione dell’allenamento, e una guida luminosa da corsia ha mostrato il potenziale del controllo visivo dell’andatura nel nuoto. Tecnologia e scienza si sono così incontrate direttamente in vasca, offrendo spunti concreti per l’ottimizzazione della prestazione. Ogni tecnologia è stata presentata direttamente in piscina e illustrata nei suoi aspetti scientifici e applicativi dagli sport scientist del gruppo sulla Prestazione ed Esercizio in Ambiente Acquatico dell’Università di Bologna. Un ringraziamento particolare va ai dottorandi Vittorio Coloretti e Pietro Bosetto, il cui contributo scientifico è stato fondamentale per la riuscita dell’evento.
“Questo evento rappresenta un passo avanti nel rafforzare il dialogo tra scienza, tecnologia e allenamento nel nuoto. Siamo estremamente soddisfatti per la riuscita dell’iniziativa, che ha dimostrato come un approccio scientifico solido e multidisciplinare possa attrarre ed essere alla base della comprensione della tecnica e dell’allenamento nel nuoto. Portare la ricerca direttamente in vasca, attraverso strumenti precisi, immediati e non invasivi, significa offrire a tecnici e nuotatori nuove opportunità di sviluppo. Ma significa anche, e soprattutto, affermare che il progresso della prestazione natatoria passa sempre più da una cultura basata sull’evidenza scientifica. Le scienze dello sport e l’innovazione tecnologica stanno chiaramente indicando questa direzione. Un ringraziamento speciale va a tutto il gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, il cui lavoro appassionato e professionale ha reso possibile questa iniziativa.”, ha dichiarato il prof. Matteo Cortesi.
Le sessioni pratiche, organizzate in piccoli gruppi per garantire interazione diretta con le tecnologie, hanno ricevuto un riscontro molto positivo. L’interesse emerso sottolinea come l’innovazione, in particolare quella della tecnologia indossabile, stia progressivamente abbattendo le barriere poste dall’ambiente acquatico, rendendo la raccolta dati e il monitoraggio della performance sempre più accessibili anche in ambito quotidiano.
Questo appuntamento ha contribuito in modo concreto a rafforzare il legame tra scienza, tecnologia e pratica dell’allenamento nel nuoto. L’Università di Bologna si conferma punto di riferimento per la ricerca applicata all’ambiente acquatico, offrendo la possibilità a tutti gli appassionati di uno sguardo sul futuro della disciplina.
Foto: Chiara Medici
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