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1904: gare artistiche ai Campionati Italiani

Nella foto: Franco Amatore, Mario Albertini, Amilcare Beretta e Vittorio Semorile, primi campioni italiani nelle gare artistiche.

Stranamente le gare artistiche arrivarono ai campionati italiani con un solo anno di ritardo rispetto ai Campionati inglesi. La cosa è quasi inconcepibile, data la diversità di sviluppo che avevano in quel momento i due movimenti. Nel 1904 l’attività federale nostrana, infatti, era appena rodata. Quella inglese vantava più di trent’anni di vita, ed era la più importante manifestazione di nuoto del mondo. Eppure, ai campionati del 1904, che si svolsero il 21 e il 22 Agosto a Lecco, sul lago di Como, accanto alle gare classiche dello stadio e del miglio, apparirono quattro prove speciali sui 100 metri.

sul petto

La prima di queste prove era la nuotata sul petto. Naturalmente si trattava del breastroke, che solo noi italiani identifichiamo come “rana”. L’anno prima in Inghilterra aveva abdicato definitivamente alla sua supremazia nello stile libero ed era diventata specialità a sé. Il vecchio stile, immortalato in Europa da Digby e Thevenot, era ormai scavalcato in importanza da over e trudgen. Anche a Saint Louis, ai Giochi Olimpici di quell’anno, faceva il suo esordio come specialità. A Lecco vinse il primo titolo italiano della rana Franco Amatore, un nuotatore della Rari Nantes Milano. Impiegò 2'00" a completare la sua prova, finendo davanti ad un certo Campagnani della Sc Germignaga, che ci mise 2'05". Difficile sapere quanti fossero i concorrenti, perché la Gazzetta dello Sport non lo dice, e non si hanno altri riferimenti di quel giorno. Di certo i tempi non erano un granché, anche perché l’anno successivo lo stesso Amatore avrebbe vinto la stessa prova in 1’35.0. Le ipotesi sono due. O il lago, dove si gareggiava, era in condizioni tali da rendere la vita dura ai nuotatori, o l’inesperienza della prima volta, era stata rimediata in quella successiva.

sul dorso

La seconda prova speciale era “sul dorso”. Naturalmente sul dorso all’epoca voleva dire nuotare come sul petto, cioè a “rana”. Per questo lo stile non era veloce. A vincere il titolo del dorso fu un altro nuotatore milanese, Amilcare Beretta che si impose in 2’15.0. Dietro di lui si piazzò il signor Ongetta, della S.C Germignaga, che ci mise 2’30. Anche questi tempi erano decisamente alti, smentiti l’anno successivo dalla vittoria dello stesso atleta in 1’44.0. Beretta, però, non era uno qualunque. Fu un personaggio del nuoto italiano. Non solo perché partecipò ai Giochi Olimpici di Londra del 1908 nei 100 dorso e 200 rana, ma anche perché fu un pallanuotista che vinse lo scudetto con la Rari Nantes Milano nel 1920, convocato nella squadra di waterpolo per le Olimpiadi di Anversa. Con lo strano pseudonimo di Leandro Po, (leandro richiamava il mito di leandro che supera a nuoto l’Ellesponto e Po riferisce chiaramente del fiume maggiore d’Italia), poi, scrisse un manuale di nuoto con il titolo “il Nuoto”, sottotitolo “l’arte di nuotare bene”, che si può trovare ancora oggi nei migliori mercatini dell’usato. Fu una specie di primizia per il nostro nuoto, perché raccontava cosa fare e anche come ci si era arrivati. L’anno in cui lo pubblicò era il 1924.

sul fianco

La terza prova artistica era definita “sul fianco”. Si trattava decisamente del sidestroke inglese. A vincere questo titolo fu un altro padano, ma di Pavia, Mario Albertini, considerato un vero fuoriclasse in quel momento. Aveva già vinto la prova dello stadio di quell’anno. Fu primo con  1’46.0, davanti a Beretta, che registrò un discreto 1’50. Albertini sarebbe stato campione in varie specialità in quegli anni. Tre volte fu campione nello "stadio", quattro nel miglio e uno nella prova di fondo, dimostrandosi assai eclettico. Partecipò anche ai Giochi Olimpici Intermedi di Atene del 1906, gareggiando nei 100 stile libero e nel miglio. Peccato che si sia ritirato in entrambe le gare. Ma si sa, all’epoca l’allenamento era decisamente aleatorio e la prestazione non era mai assicurata. Di lui si racconta anche un atto di eroismo civico. Avvenne durante l’inondazione del Ticino del 1907. Dato che era anche un abile canottiere, quando le barche delle società remiere furono usate per aiutare la popolazione, si prodigò per salvare molte vite.

sul fianco

Il quarto titolo speciale si disputava a “braccetto”. Era un modo di nuotare denominato in Italia anche alla marinara, o alla ligure. Di fatto si trattava dell’Over, lo stile sul fianco con un arto che recuperava fuori dall’acqua. Che fosse uno stile adatto ai liguri lo dice anche il fatto che al primo posto si piazzò un nuotatore di Chiavari, Vittorio Semorile, e al secondo uno di Genova, Enrico Rossi. Il chiavarese si aggiudicò la gara in 1’45.0, qualcosa meno del tempo ottenuto con le mani sotto. Come tutti i liguri, Semorile era anche un pallanuotista. Nel 1912 avrebbe partecipato al primo campionato italiano di pallanuoto, vincendo con il Genoa l’incontro decisivo contro la Partenope per 4-1. Al tempo del suo titolo, invece, apparteneva alla Pro Chiavari. 

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