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Daniels e il “Six Beat American Crawl”

La rivoluzione tecnica del crawl: respirazione e rollio. “Speed Swimming”: il testamento tecnico dell’American Crawl.

Nel “laboratorio del crawl” di Luigi De Breda Handley e Otto Whale, nel 1903, approdò un giovane che avrebbe dato un’anima immortale alle idee newyorkesi sullo stile libero. Quel giovane si chiamava Charles Daniels. Era arrivato al New York Athletic Club dal Knickerbocker Club, il circolo delle migliori famiglie della città che aveva rinunciato all’attività. Molti dei migliori atleti del NYAC arrivavano da quel club, compreso Handley. Al suo arrivo era un buon nuotatore di sidestroke. In un primo momento passò tra le mani di Gus Sundstrom, l’istruttore anziano del club. Ma Otto Whale ci vide dell’altro e lo prese sotto la sua ala. Intravide in lui l’atleta che avrebbe potuto essere e l’uomo che avrebbe portato a compimento le intuizioni nate dal famoso articolo del “Sun” sullo stile di Dick Cavill1. Così decise di allenarlo, senza compensi, come fosse un fratello minore. Lo seguiva nei ritagli, nella splendida piscina del club, dopo che aveva finito il suo allenamento quotidiano.

Fisico olimpico

Alto quasi due metri, Charles Meldrum Daniels, nato nell’Ohio, a Dayton, nel 1885, pesava 90 chili. Sottile, longilineo, simmetrico, aveva il fisico che avrebbe sempre denotato i grandi nuotatori. A queste doti aggiungeva intelligenza, capacità di osservazione e creatività. Aveva imparato a nuotare a nove anni, ma gareggiato la prima volta solo a 18. Allenato da Alex Mafford, aveva esordito con un 1’08 nelle 100 yard, che non era per niente male. Nel 1904, però, passato nelle mani di Otto Wahle, aveva vinto l’oro nelle 220, 440 iarde e nella staffetta ai Giochi di St Louis, con il trudgen. Nelle 100 yarde era arrivato secondo, dietro a Zoltan De Halmay, il talento ungherese che nuotava, il Magyar Tempo, lo stile a braccia fuori senza gambe molto simile al crawl che lo rendeva velocissimo. Daniels era il primo americano a fregiarsi di un oro olimpico, anche se in quel momento quel risultato non aveva ancora il valore che aveva per il nuoto il titolo dell’Amateur Swimming Association. 

Visione e revisione del crawl

Per Daniels non fu subito chiara la strada da prendere sullo stile. Andava forte, quindi non si preoccupava troppo di modificare i dettagli. Quando però nel 1905 andò a gareggiare con gli inglesi dell’ASA e incontrò a Londra Barney Kieran, restò scioccato dal confronto. Se nuotava a trudgen l’australiano girava da fianco a fianco ricevendo una bella spinta in avanti, se passava al crawl era regolare di gambe e respirava lateralmente, con una continuità sorprendente. In ogni modo era irraggiungibile. Quell’esperienza lo spinse al cambiamento. Cominciò con l’adottare le soluzioni di Kieran e le idee di Handley e Whale. Con la gambata indipendente ad Atene, nel 1906, nei Giochi del Decennale, vinse l’oro che gli era sfuggito a St Louis. Lo fece nuotando i cento metri in 1’13.0, ottenendo la rivincita su Zoltan De Halmay, che finì appena dietro. In quei Giochi ebbe anche modo di studiare e parlare con Cecil Healy, il terzo classificato. Era lui il vero inventore del crawl australiano, l’uomo che l’aveva codificato e regolarizzato, in maniera molto più razionale ed efficace di come l’aveva interpretato Dick Cavill. Daniels restò affascinato dalle sue rivelazioni. Apprezzò soprattutto la regolarità della respirazione, la rotazione della testa e il movimento delle anche che accennavano un rollio. Decise di adottare tutto.

Records

Con quelle soluzioni, in quello stesso 1906, batté il famosissimo 58.5 sulle 100 iarde di Dick Cavill, che quattro anni prima aveva fatto gridare al miracolo. Così aggiunse un altro traguardo alla carriera: essere il primo nuotatore americano a fare un record del mondo. Quando nuotò 57.6 fece scalpore perché al mattino in batteria lo realizzò nuotando a trudgen, mentre al pomeriggio, in finale lo ripeté con il crawl, dimostrando un talento sorprendente. A marzo ritoccò ancora quel tempo, portandolo a 56 secondi netti. Nel settembre 1907 lo abbassò a 55.4, usando ormai solo lo stile con le gambe indipendenti, come volevano i suoi maestri americani. Quel tempo non fu l’ultima parola sulla distanza. Fece un altro miglioramento, il 7 Aprile 1910, portandolo a 54.8, un tempo che rappresentò la sua glorificazione. Rimase nel casellario dell’Amateur Athletic Union fino al 1913, quando fu battuto nientemeno che da Duke Kahanamoku, la superstar dei vent’anni successivi. Non comparve però tra i record della FINA, nata da due anni, che non lo considerò perchè lo aveva ottenuto in una gara ad handicap. Come i record di Kieran, anche molti dei suoi, furono rigettati per questo mal considerato peccato d’origine, che cancellò dalla memoria molti momenti topici del progresso natatorio. 

Londra 1908

Naturalmente l’oro olimpico nei cento metri non gli era sfuggito quando aveva gareggiato a Londra nel 1908. Anche se gli inglesi avevano fatto di tutto per boicottarlo. In finale lo avevano relegato vicino al bordo (non c’erano ancora le corsie) perché non vedesse gli avversari e avevano dato il via senza l’” a posto”, per farlo ritardare in partenza. Peccato che quei contrattempi non gli impedirono di nuotare 1’05.6, che nessuno in quel momento era in grado di fare. Era un altro record del mondo, sottratto a Zoltan De Halmay, che nell’occasione era arrivato secondo con 1’06.2. A Londra ottenne anche un bronzo nella staffetta 4x200, che lo portò ad un primato di otto medaglie olimpiche, di cui cinque d'oro. Quel record fu battuto solo da Mark Spitz, sessantaquattro anni dopo e in un contesto totalmente diverso. 

Six beat American Crawl

La soluzione che aveva fatto di Daniels il primo grande campione americano del nuoto mondiale era la coordinazione indipendente dei movimenti delle gambe. Quel movimento sarebbe diventato lo “stile classico”, identificato dalla coordinazione a sei battute di piedi per ciclo di bracciata. Il six beat american crawl con azione continua, gli garantiva un movimento sempre costante, irraggiungibile con le altre soluzioni. Il palma Res di Daniels confermava questa superiorità. A fine carriera avrebbe vantato trenta record dell'AAU, cinquantatré titoli nazionali, più di trecento vittorie in gara e record mondiali in ogni distanza, dalle 25 iarde al miglio. 

Speed Swimming

Il lavoro combinato di Handley, Wahle e Daniels sullo stile libero fu l’oggetto di un testo che divenne una specie di nuovo testamento dell’American Crawl. “Speed Swimming”, scritto da Daniels con l'aiuto dei suoi mentori nel 1907, per le Spalding Red Cover Series. Il testo fu rieditato per numerosi anni, presente ancora nel catalogo del 1923. Fu spunto di riferimento per tutti i nuotatori e allenatori del mondo, studiato e ristudiato continuamente. L’importanza storica di questo testo è sottolineata anche dall’uscita di un’edizione celebrativa, pubblicata il 29 agosto 2016 da Public relation di Wentworth.

Copertina di Speed Swimming e figurina da collezione raffigurante Charles Daniels. La figurina fa parte della serie delle Mecca Cigarettes, sigarette turche molto popolari negli Stati Uniti, note per le innovative campagne pubblicitarie.

1Vedi “Gus Sundstrom e lo Swordfish Glide”. 

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