Frank Sullivan e il “Trudgen Crawl” alla Chicago.
Un esperimento rivoluzionario che aprì la strada al crawl moderno, tra resistenze, intuizioni e nuovi campioni. Nella foto da destra: Franck Sullivan, Harry Hebner, Percy Mc Gillivray e George Hodgson, inventore e interpreti del trudgen crawl.
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Nel regno intermedio tra trudgen e crawl, colpi di genio e sperimentazioni furono al centro dell’attenzione dei nuotatori. Li frenava solo una questione. Le novità erano faticose. L’allenamento, infatti, all’epoca decisamente intuitivo e non scientifico, non era in grado di dare un sostegno agli atleti, che in gara sopportavano sforzi sproporzionati. Da lì prese spunto Franck Sullivan, allenatore di Chicago all’Illinois Athletic Club intorno al 1905, che pensò una soluzione per lo stile libero in grado di mettere tutti d’accordo. Se usare le gambe in verticale era troppo dispendioso e calciare a forbice rallentava la nuotata, la risposta non poteva che essere unire il meglio dei due stili in un movimento ben coordinato. Così nacque il trudgen crawl alla Chicago: movimenti in alto e in basso delle gambe, alternati ad un colpo a forbice, ogni bracciata.
teoria
Lo scissor kick stretto, la soluzione dei migliori nuotatori di trudgen, non avrebbe interferito troppo con la velocità, ma avrebbe ridotto lo sforzo totale. Quando il calcio dava slancio in avanti, infatti, il corpo scivolava per un attimo e in qualche modo riposava. Poi la nuotata ripartiva con la gambata verticale e riacquistava velocità. Il calcio a forbice cominciava con la trazione della mano, come nel trudgen. La cosa funzionava rispetto al crawl che, prevedendo bracciate e gambate frenetiche, portava rapidamente all’esaurimento. Meglio anche dell’alternare parti della gara a crawl con altre a trudgen, come facevano gli stileliberisti per non arrivare stremati.
problemi
Nessun nuotatore però era disposto a verificare la sua teoria. Questo perché avrebbe voluto dire perdere dell’altro tempo per imparare la nuova tecnica. Infatti all’epoca, per tradizione, s’imparava prima il breastroke e poi il trudgen. Quindi assimilare un terzo stile, significava allungare i tempi tra la fine dell’apprendistato e l’accesso alle gare. Dato che si cominciava a nuotare da grandi, per diventare concorrenziali ci sarebbe voluto troppo tempo. Le carriere, soprattutto quelle degli amateur, non erano abbastanza lunghe per permetterlo.
esperimento
Per questo Sullivan decise di rivoluzionare il sistema. Avrebbe insegnato il “trudgen-crawl” come stile iniziale, saltando il passaggio della rana e del trudgen. Cominciò così il suo esperimento, con quattro quindicenni che iniziavano da zero. Per due di loro Leslie Chiville e Richard Frizelle il tentativo non diede i frutti sperati. Smisero troppo presto. Il primo aveva cominciato a emergere nelle maratone acquatiche, ma per motivi personali aveva lasciato all’improvviso. Il secondo aveva già vinto qualche titolo nazionale quando un trasferimento in Sudamerica lo costrinse a lasciare.
Mc Gillivray e Harry Hebner
Per gli altri due allievi, Perry Mc Gillivray e Harry Hebner, le cose andarono diversamente. In meno di dodici mesi, il primo spazzò via i tempi di Charles Daniels nei 110, 440, 500 e 880 iarde stile libero. Il secondo, infranse il record mondiale dei 200, detenuto sempre da Daniels, abbassandolo da 2’25 a 2’21, vincendo anche col nuovo stile due medaglie olimpiche nella staffetta 4x200 nel 1908 e nel 1912. In questo periodo divenne anche il miglior dorsista del mondo, stabilendo record mondiali nei 50, 100 e 150 metri, vincendo anche l’oro olimpico di Stoccolma nella specialità.
epilogo
Il trudgen crawl ebbe il suo periodo di successi. L’apice, ma anche l’epilogo, lo raggiunse con la vittoria olimpica di George Hodgson (1893/1983) nel 1912, che lo utilizzò per ottenere l’oro nei 400 metri, con record olimpico di 5’24,4 e nei 1500, con record mondiale di 22 minuti netti. Molti consideravano Hodgson l’ultimo nuotatore di trudgen, ma i suoi movimenti erano molto più simili allo stile di Sullivan che a quello di Lane e di Taylor. Le bracciate erano corte, senza pause e l’apertura delle gambe leggera. Mancavano anche la classica flessione del ginocchio che si usava nel vecchio stile e il tipico movimento a balzi.
Carriera
La carriera di Sullivan, invece, proseguì con un suo trasferimento. Nel 1911 fu ingaggiato dalla Princeton University, dove contribuì a fare di quell’università una delle potenze emergenti nel nuoto accademico. Tra l’altro ebbe successo anche nella pallanuoto. Dal 1912 al 1923 la sua squadra vinse dieci campionati della Intercollegiate Swimming Association, l’associazione che precedette la famosa NCAA, nata soltanto nel 1924. A Chicago, all’Illinois Athletic Club, lo sostituì Bill Bachrach, un tipo bizzarro che fece anche lui un pezzo di storia dello stile libero. La sua importanza si dovette certamente alle sue interessanti ipotesi sul crawl, ma soprattutto al fatto che gli passò tra mani un giovane “immigrato” rumeno che si chiamava János Weißmüller.
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