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PT Paolo Tondina |   / Rubriche  / Amarcord

Le storie degli altri/2

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Nel 1842 a Vienna, presso l’impianto del Teatro Diana (nella foto), luogo di convegno abituale dei pattinatori, fu allestita una vasca di 36 per 12,65 metri, che fu il ritrovo degli aristocratici austriaci che praticavano l’arte del nuoto.

Con lo stesso nome fu costruito a Milano, sempre facente parte dell'Impero austroungarico, dall'architetto Andrea Pizzala, in Porta Venezia, il primo impianto natatorio italiano, con vasca di 100 metri (!) per 25 a “flusso d’acqua continua e filtrata e docce ad otto grad i Reaumur”. L’impianto fu sede d’attività non termali, con un orario riservato alle signore dalle nove a mezzogiorno. Gli altri orari erano a disposizione degli uomini. L’attività più diffusa non era però il nuoto, ma la pratica dei salti in acqua dai magnifici trampolini di 1,20 e 3,50 metri e dalla terrazza di sei metri. I bagni Diana furono chiusi nel 1908 per far posto all'Hotel che prese lo stesso nome.

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