Sconfiggere il cancro e volare verso Tokyo.

“La mia reazione è stata probabilmente quella di ogni persona a cui viene diagnosticata la malattia. Un po’ di rabbia, un po’ di paura, un continuo chiedersi: perché a me? E mi sono domandato anche se ne avessi parlato abbastanza con mia mamma” così Nathan Adrian, con un sorriso, prima dei Giochi Panamericani.

La stella statunitense, campione olimpico della gara regina a Londra 2012 e bronzo a Rio 2016 é tornato a gareggiare, dopo aver lottato contro un cancro ai testicoli, diagnosticatogli lo scorso dicembre.

Prima della rassegna sudamericana, Adrian si é tuffato nelle acque del Nambu Aquatic Center di Gwangju, dove insieme ai connazionali è riuscito a conquistare una medaglia d’oro mondiale nella staffetta 4×100 stile libero e un argento nella 4×100 mista. Due grandi vittorie, dopo quella più importante: essere tornato a competere ad alti livelli, poco più di sei mesi dopo la diagnosi.

“Sono davvero fortunato ad avercela fatta. Ho gareggiato in seguito a due interventi, terapie e a continui monitoraggi. Tutti coloro che mi stanno accanto sapevano quanto fosse importante per me tornare a nuotare ad alti livelli”.

Il trentenne di Bremerton non si è arreso e ha deciso di voler continuare ad allenarsi per centrare il pass per Tokyo 2020, con una consapevolezza in più: “la malattia ha cambiato completamente la mia prospettiva. Credo che alla fine del mio viaggio, qui, sulla Terra, in qualunque momento esso sia, non sarà importante sapere quante medaglie d’oro ho vinto durante la mia carriera. Sono sicuro che cinque anni fa, però, la mia risposta sarebbe stata diversa. Certo, la mia priorità rimane l’agonismo, ma sto cercando di prenderla con più calma, godendomi la compagnia di coloro che mi circondano” ha rivelato prima del suo esordio ai Giochi Panamericani in corso a Lima.
É come essere sulle montagne russe, é qualcosa che non puoi mai controllare davvero, racconta Nathan. Ma ciò che conta, adesso, è vederlo in acqua, vestire i colori statunitensi per dedicarsi alla sua più grande passione. È lui stesso a confermarlo: “quando vai incontro a condizioni di salute avverse, prima riesci a riprenderti e fare ciò che ti fa sentire normale, meglio è”. Lui è fiducioso e continua a combattere per sconfiggere definitivamente la malattia.

Il futuro? In due parole: Tokyo e la moglie. Forza, campione, tutto il mondo del nuoto è al tuo fianco.

G.Scala/Deepbluemedia.eu/Insidefoto

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