Le classificazioni funzionali nel nuoto paralimpico

Tutti gli sport paralimpici hanno in comune la necessità di classificare gli atleti. Non diversamente da molti sport per atleti normodotati come ad esempio la boxe, dove gli atleti sono suddivisi in categorie attraverso le classi di peso, il nuoto stesso prevede la suddivisione in categorie legate al genere e all’età. Il principio alla base di tutto questo è l’equità della competizione sportiva: la classificazione è di fatto un sistema che permette il confronto tra persone con le stesse caratteristiche e quindi le stesse possibilità di vittoria. Per molto tempo le classificazioni si sono basate esclusivamente sugli aspetti clinici legati alla disabilità. È solo a partire dagli anni ottanta che si è iniziato a codificare dei sistemi di valutazione in cui gli aspetti medici venivano integrati con una analisi del gesto tecnico, dando vita ad un sistema di classificazione definito “funzionale”: questo ha permesso di creare classi sportive con atleti con diagnosi differenti ma di fatto con le stesse potenzialità. Le classificazioni funzionali sono differenti per ogni disciplina sportiva e si basano sulla valutazione del gesto tecnico specifico.

Nel nuoto paralimpico coesistono le seguenti tipologie di classificazione:

  • funzionali: rivolte alla disabilità motoria (lesioni midollari, amputazioni, paralisi cerebrale);
  • mediche (VI-IBSA): rivolte alla disabilità visiva (ciechi ed ipovedenti);
  • test specifici (INAS): rivolti alla disabilità intellettiva e/o relazionale.

La classificazione funzionale viene eseguita da una commissione composta da un Classificatore medico (medico e/o fisioterapista) e un Classificatore tecnico. Entrambi devono aver seguito un percorso di formazione specifica federale ed essere regolarmente aggiornati.

La visita di classificazione è suddivisa in due momenti:

  • la valutazione clinica si svolge presso un ambulatorio medico su un lettino (BENCH TEST-Physical Assessment). Èprevalentemente di natura medica e si basa sulla valutazione di uno o più dei seguenti fattori: forza muscolare, mobilità articolare, coordinazione motoria, arti amputati e/o dismelie e statura.
  • la valutazione in acqua (WATER TEST – Technical Assessment) è utile per valutare prima ditutto l’autonomia e la sicurezza dell’atleta in acqua, condizioni imprescindibili per poter procedere con una analisi tecnica più specifica delle nuotate nei vari stili, partenze, virate, eventuali tuffi laddove possibili, esecuzione delle nuotate regolamentari a ritmo di gara.

Al termine della procedura di visita di classificazione (Bench Test e Water Test) viene comunicata all’atleta la classe di appartenenza S (per lo stile libero, il dorso e la farfalla), SB (per la rana), SM (per i misti individuali). A completamento della classificazione, il nuotatore sarà osservato per l’ultima verifica durante le gare (Observation Assessment). La conferma della classe di appartenenza avverrà dopo la prima gara (First Appearence).

Le classi da S1 a S10, da SB1 a SB9 e da SM1 a SM10 son riferite ad atleti con disabilità fisica. Gli atleti con minore funzionalità vengono collocati nella classe più bassa, quelli con maggiore funzionalità nelle classi più alte. Ad esempio in classe S1 troviamo atleti con importanti compromissioni a tutti e quattro gli arti, in classe S10 atleti con una lieve compromissione ad un arto. Le classi da S11 a S13, da SB11 a SB13 e da SM11 a SM13 sono riferite ad atleti con disabilità visiva: un atleta cieco totale viene classificato S11 mentre in classe S13 troviamo un atleta con ipovisione. Le classi S14, SB14 e SM14 sono riferite ad atleti con disabilità intellettiva relazionale.

 

 

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