Yannick Agnel: I momenti di unità nazionale al 99% avvengono grazie allo sport

Il francese Yannick Agnel (27), due volte campione olimpico a Londra 2012 ed attuale collaboratore dell’emittente televisiva France Télévisions nonché direttore sportivo di EMCS, un’azienda di videogame e di E-sport piuttosto popolare in Francia, rilascia una interessante intervista al quotidiano l’Alsace dall’autoisolamento della sua casa di Parigi, alla base della sua riflessione mette l’ovvia necessità di riportare lo sport al centro della scacchiera sociale, oggi ancora di più di quanto fosse già necessario fare prima dell’attuale crisi sanitaria, seguono alcuni passaggi salienti.

Le dichiarazioni del fuoriclasse francese risuonano ancora più forti dopo le considerazioni fatte dalla sua connazionale, ex-collega di disciplina sportiva ed attuale ministra dello Sport di Francia, Roxana Maracineau (argento olimpico nei 200 dorso ai Giochi di Sidney 2000) che nel corso di una intervista rilasciata ad Eurosport ha dichiarato “Quello che è certo è che lo sport non sarà una priorità, non è una priorità nella nostra società. Una ripresa a metà giugno è lo scenario ottimale ma ce ne sono altri. Quella di una ripresa dei campionati a settembre, o anche una stagione in bianco quest’anno per poter riprendere al meglio la prossima stagione. Gli eventi che possono essere ripresi si svolgeranno necessariamente a porte chiuse e con restrizioni molto severe” .

Estratto dall’intervista di Yannick Agnel

“Sarà necessario  – una volta che il confinamento è finito – pensare ad un grande piano per lo sport e per l’attività fisica in Francia perché finalmente ci siamo resi conto che è un vettore importante di inclusione sociale, di benessere e di salute pubblica in generale, dopo anni di tagli dei contributi per lo sport perchè ritenuto non essenziale a costruire una nazione con uno Stato forte fatto e con un popolo sano che pratica attività fisica quotidiana.”

“… Devi capire che di momenti di unità nazionale, di condivisione, di passione e di positività non ce ne sono molti e per il 99% avvengono grazie allo sport. Proprio per questo dovremmo costruire un programma e assegnare fondi allo sport. Mi sembra ovvio che attraverso lo sport possiamo rinnovare i collegamenti  fra la periferie e le città evitando stili di vita sedentari e di immobilità stando seduti davanti agli schermi tutto il giorno, telefoni, tablet, computer, televisione.

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