Kathleen Baker: “chiamatemi campionessa”

Non voglio essere ricordata come una ragazzina con problemi di salute” così Kathleen Baker. Argento olimpico ai Giochi di Rio de Janeiro, la giovane americana combatte da più di dieci anni contro i morbo di Chron, malattia autoimmune che causa nausea, dolori addominali e perdita di peso.

Fu una scoperta devastante per la Kathleen dodicenne, un piccolo prodigio del nuoto che sognava le olimpiadi e firmava record nazionali.

Non riuscivo più a portare a termine gli allenamenti a causa della stanchezza e dei dolori, volevo nascondere il mio problema per non essere ricordata come la bimba malata. Adoro il nuoto più di ogni cosa al mondo e non riesco ancora a capire perché sia successo proprio a me. Temevo che in futuro avrei dovuto rinunciare al mio sport.

Ma non è successo grazie al dottore che ha creduto in lei, che ha guardato oltre la malattia e l’ha accompagnata in un percorso di accettazione di quest’ultima, fino alla conquista dell’argento olimpico nei 100 dorso alle spalle di una strepitosa Katinka Hosszu. Non fu di certo facile e privo di complicazioni, anzi, Kathleen ha dovuto fare i conti con crampi allo stomaco, allenamenti ridotti e farmaci. Farmaci e su farmaci: “Non ci sono tanti medicinali disponibili sul mercato e a diciassette anni ne avevo già bruciati un paio. Sono alquanto pesanti”. 

Una storia a lieto fine quella di Kathleen, che continua a lottare contro il suo limite. Un modello di perseveranza e un esempio di quanto una malattia non debba essere un motivo per rinunciare ai sogni e alle ambizioni.

La mia routine quotidiana è diversa da quella di altri nuotatori. Il mio percorso, però, è stato fantastico e spero che continui ad essere così. Non conta il numero di allenamenti settimanali, ma solo che io stia bene.

Dopo le Olimpiadi e la bella parentesi dei Campionati del mondo di Budapest nel 2017, i problemi hanno avuto la meglio nel periodo di avvicinamento alla manifestazione iridata di Gwangju, la scorsa estate. Influenza generata in polmonite, costola rotta e record nazionale perso, infranto dall’astro nascente, la dorsista Regan Smith. Ma la Baker ha vinto comunque. La Baker era lì, nonostante tutto, ai blocchetti di partenza pronta a sognare una medaglia. Questa fu la medaglia che si portò a casa dal Sudamerica.

E adesso? L’obiettivo è Tokyo 2020ONE.

Sto sfruttando questo momento per lavorare su alcune delle mie debolezze fuori dall’acqua. Sto cercando di concentrarmi sui piccoli dettagli, perché non riesco a svolgere lunghe sedute di allenamento aerobico.

 

Chiamatela campionessa. 

 

FONTE: https://www.olympicchannel.com/en/stories/features/detail/olympic-champion-kathleen-baker-crohns-disease/

Photo Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto

13° Meeting Squalo Blu

Serravalle (RSM)
26-04-24
Matteo Rivolta: "È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato."

Matteo Rivolta: “È una scelta coraggiosa...

Essere atleta è sicuramente difficile: l'allenamento, la prestazione, accettare la sconfitta e in caso di vittoria il peso di doversi ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative