Simon Manuel e l’inclusione nel nuoto

La fuoriclasse americana Simone Manuel (24), prima donna afroamericana a vincere una medaglia d’oro olimpica individuale (Rio 2016) è tornata ad affrontare il tema del razzismo e dell’inclusione sociale nel corso di in un webinar organizzato dalla US Olympic and Paralympic Foundation dal titolo “Race, Sport & Social Change: Learning with Team USA”. Nel webinar la velocista a stelle e strisce ha raccontato di come da giovanissima avesse quasi rinunciato a praticare il nuoto perchè esclusa e trattata in modo diverso dai compagni di squadra per via del colore della sua pelle.

Segue una sintesi delle dichiarazioni.

C’è stato un periodo in cui volevo mollare. Sentivo che il nuoto non era il mio sport, non mi si  adattava, ma sapevo anche che mi trattavano in modo diverso a causa del colore della mia pelle … Quando ero più giovane nessuno della squadra del mio club mi parlava durante l’allenamento … Ero l’unica persona di colore nel gruppo

Trascorrevo le due ore di allenamento pensando ‘cosa dovrei fare?’ Perché non c’è nessuno con cui parlare, nessuno a cui chiedere consiglio o aiuto perché tu sei l’unica che non è come gli altri? … Nessuno voleva fare allenamento a secco con me e in vasca non volevano stare nella mia corsiaSentivo che se avessi avuto un altro colore della pelle avrei avuto amici con cui parlare, persone che avrebbe voluto allenarsi con me fuori dall’acqua, persone che avrebbe voluto nuotare nella mia corsia.

Sono stata in squadre incredibili con una cultura del team positiva dove tutti considerano ognuno dei propri compagni di squadra, perché sanno che questa è la base del successo non solo per se stessi ma per l’intera squadra. Ma ho fatto parte anche di club che non sono stati molto accoglienti, e questo è qualcosa che occorre affrontare come minoranza in uno sport prevalentemente bianco.

 

 

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