Vito Cozzoli: “Un patto per salvare le Olimpiadi”. Ma il CONI non si fida

Questo è un momento drammatico, in cui è necessario un patto storico. Tra il governo, il CONI, il Comitato paralimpico, e noi di Sport e Salute. Lasciamo da parte gli egoismi, facciamo squadra per favorire la ripartenza del mondo sportivo e dare un futuro ai nostri giovani”.  Così Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, dalle colonne di Repubblica ha chiesto uno sforzo a Governo e Coni per evitare di subire le sanzioni del CIO per le violazioni della carta olimpica e dunque essere costretti a presentarsi alle Olimpiadi di Tokyo 2020 senza bandiera subendo un’umiliazione senza precedenti. “Comprendo le preoccupazioni. Nei giorni scorsi ci siamo scritti col presidente Giovanni Malagò: lui vuole un’autonomia nel governare la struttura, l’organico. Sono richieste meritevoli di attenzione, peraltro già formulate nel 2019. Col suo consenso è stato costituito un ufficio legale riservato solo al Comitato olimpico. Il trasferimento di competenze e di personale al CONI è già cominciato. Si può risolvere il problema evitando un intervento legislativo, visto che il governo e il Parlamento sono presi da tante emergenze. Vogliamo sbloccare la situazione, anche per aiutare il dialogo tra il premier Giuseppe Conte e il presidente del CIO Thomas Bach”. 

Parole distensive, ma lo stesso quotidiano poche ore dopo riporta dichiarazioni di fonti interne dello stesso CONI: ”Le parole di Cozzoli sono la prova provata che non siamo autonomi. Per il CIO serve una legge, non patti con la SpA di Stato”.

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