Le scarpe col tacco dell’atletica come i costumoni in poliuretano nel nuoto

Come accaduto al nuoto con l’uso dei costumoni di poliuretano per un periodo di circa 20 mesi nel biennio 2008-2009, anche l’atletica si dovrà di fronte ad una anomalia tecnologica che potrebbe rivoluzionare l’albo dei primati e lo stato dell’arte dell’atletica, le super scarpe di ultima generazione col tacco rialzato e una lastra in carbonio nella suola, approvate nell’aprile del 2020 dalla Federazione mondiale di atletica.

L’ultima ora. Domenica 28 febbraio nel corso della maratona di Tokyo ben 42 uomini hanno coperto i 42 chilometri e 195 metri di gara in meno di 2 ore e 10’, un riscontro cronometrico a dir poco straordinario, mai accaduto in precedenza nella storia della specialità olimpica (nella storia italiana ci sono riusciti solo 12 atleti), tutti i maratoneti in gara a Tokyo indossavano le super scarpe con la «zeppa».

La scintilla che ha acceso il dibattito nell’atletica è stata la scarpa “Nike Vaporfly 4%(nella foto sopra) calzatura indossata da Eliud Kipchoge nell’ottobre 2019 a Vienna quando è diventato il primo uomo a correre la maratona sotto le due ore. Il prodotto è stato messo in commercio nel 2017 e il valore percentuale indicato nel nome coincide con il miglioramento prestativo più o meno garantito dall’azienda, reso possibile da una o più piastre in carbonio poste nella intersuola della scarpa che aumenterebbero significativamente l’effetto di ritorno dell’energia durante il passo. Secondo numerosi corridori professionisti questo vantaggio esiste per davvero ed è stato dimostrato anche da una ricerca indipendente che ha ottenuto prove sufficienti per dichiarare che queste scarpe siano da considerare doping tecnologico. Esattamente come accadde nel nuoto nel 2009 con i costumi “gommati” il cui vantaggio era evidente a tutti gli addetti ai lavori prima ancora che ai ricercatori con la sola differenza che non veniva indicato nel nome del prodotto la percentuale di miglioramento.

Estratto dalla normativa

Dal 30 aprile 2020 ogni scarpa deve essere disponibile per l’acquisto da parte di qualsiasi atleta sul mercato (online o in negozio) per un periodo di almeno quattro mesi prima di poter essere utilizzata in competizione. Se una scarpa non sarà disponibile all’acquisto nei quattro mesi precedenti, verrà considerata un prototipo e non sarà consentita la sua utilizzazione in competizione. Salvo il rispetto delle regole, sarà consentito l’utilizzo di qualsiasi scarpa disponibile all’acquisto con la possibilità di personalizzare la calzatura per motivi estetici o medici, per adattarsi al meglio alle caratteristiche del piede dell’atleta.Laddove World Athletics abbia motivo di ritenere che un certo tipo di scarpa o una tecnologia specifica possano non essere conformi alle regole o allo spirito delle regole, ha il diritto di sottoporre la calzatura o la tecnologia ad un’analisi approfondita e può vietarne l’uso mentre lo studio è in corso.

Esclusa qualsiasi scarpa (con o senza punte) che non soddisfa i seguenti requisiti:

  • La suola non deve essere più spessa di 40 mm.
  • La scarpa non deve contenere più di una piastra o lama rigida (di qualsiasi materiale) che corre per l’intera lunghezza o solo una parte della lunghezza della scarpa. La piastra può essere in più di una parte ma tali parti devono essere posizionate in sequenza su un piano (non impilate o in parallelo) e non devono sovrapporsi.
  • Per una scarpa con punte, è consentita una piastra aggiuntiva o un altro meccanismo, ma solo allo scopo di attaccare le punte alla suola. Quest’ultima non deve essere più spessa di 30 mm.

Il giudice della competizione avrà il potere di richiedere che un atleta fornisca immediatamente le proprie scarpe per l’ispezione al termine di una gara se l’arbitro sospetta che le scarpe indossate da un atleta non rispettino le regole. 

  • LEGGI ARTICOLO CORRIERE – Super scarpe col tacco e maratona, il record in Giappone (42 uomini sotto le 2h e 10’) e le polemiche: se non le indossi sei perduto

 

 

 

 

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