Aspettando Fukuoka 2023. Il ricordo dei protagonisti del 2001. Massimiliano Rosolino

Il nuoto mondiale è tornato a Fukuoka ventidue anni dopo l’edizione svolta dal 16 al 29 luglio del 2001 con la direzione tecnica di Alberto Castagnetti, ripercorriamo quella rassegna con alcuni dei protagonisti: è il turno di Massimiliano Rosolino.

Mi ricordo tutto come se fosse ieri: ogni singola gara, non solo quelle che ho vinto. Ho un ricordo di Fukuoka molto vivido e piacevole, per due motivi: è stato per me l’anno della conferma da campione olimpico, e in generale amo molto gareggiare oltreoceano -Oceania, Estremo oriente.

Mi ero allenato molto, ma onestamente non ero nella stessa condizione di Sidney. Ho faticato dall’inizio: ai piedi del podio nei 400 stile libero dietro a Emiliano Brembilla, che meritatamente si è ripreso la medaglia mancata in Australia. Ho tralasciato i 200 stile libero per questioni di calendario e sovrapposizione con altre gare e mi sono concentrato sulla caccia al titolo dei 200 misti, La batteria non è andata benissimo, ma ero convinto di poter migliorare, anche spinto dalla concorrenza interna di Alessio Boggiatto. 

Sono entrato in finale in corsia 7, ma sono rimasto abbastanza lucido da non farmi influenzare dalla preoccupazione di nuotare lontano dal centro. Nelle 24 ore che mi separavano dalla gara mi sono isolato da tutto e tutti e ho cercato dentro di me quel qualcosa in più che in qualità di campione olimpico in carica avevo l’obbligo di mettere in acqua.

Dopo lo start sentivo buone sensazioni: ho nuotato la mia classica frazione a farfalla, non bella ma economica, una frazione molto fluida a dorso e all’inizio della vasca a rana mi sono detto: ora è il momento di fare la differenza. A rana ho aperto il gas e mi sono reso conto che dalla mia corsia vedevo tutti gli avversari. Come un cecchino li ho messi nel mirino e ripresi uno alla volta, e quando ai 150 metri ero in linea con i primi ho pensato che non avrei permesso a nessuno di mettermi la mano davanti, e così è stato.

Rispetto all’oro di Sidney, felicità pura, la vittoria di Fukuoka è stata una liberazione: è più difficile rimanere in vetta che arrivarci.

Qualche giorno prima c’era stata la 4×200, nella quale avevamo conquistato l’argento dietro agli USA, rinfocolando il rammarico per non esserci espressi al meglio in occasione delle Olimpiadi. Ricordo con un po’ di rammarico la rispostaccia data al cronista della RAI dopo una semifinale non esaltante: “Massi, dobbiamo preoccuparci?” “Io faccio il mio lavoro, tu fai il tuo”. Gelo. Uno screzio che si ricompose dopo parecchi mesi. Purtroppo quando sei giovane sei molto emotivo, e la pressione sulle mie spalle era davvero tanta.

In sintesi, un Mondiale per me davvero speciale per tanti motivi.

 

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