Essere atleta è sicuramente difficile: l’allenamento, la prestazione, accettare la sconfitta e in caso di vittoria il peso di doversi riconfermare. In molti lo possiamo immaginare, solo chi l’ha vissuto sa di cosa stiamo parlando.
Un’altra cosa incredibilmente difficile è capire e decidere quando lasciare. La vita da nuotatore ti assorbe a tal punto che a volte si fatica a distinguere l’essere atleta dall’essere uomo. E anche se la consapevolezza c’è, la messa a terra di tutto questo spesso è complessa.
Matteo Rivolta ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni: lo ha fatto attraverso i social, con parole profonde e toccanti, che possono appartenere a qualcuno che ha amato questo sport dedicando tutto sé stesso:
L’altra sera guardandomi allo specchio, col cuore in mano, ho deciso di concludere questo viaggio.
Perchè? Perché mi stavo facendo del male.
È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato.
Ho sempre creduto che un Atleta sia tale quando può dedicare Anima e Corpo e Mente al Massimo obiettivo possibile.
Non poterlo più fare liberamente mi logora più di quanto lo faccia scrivere l’epilogo di questo viaggio.
Da diverso tempo ho accolto e nutrito la curiosità di scoprire chi volessi essere “da grande”.
Ho continuato, ho voluto dare ascolto al cuore che non accettava l’idea di rinunciare a certi sogni… e non l’accetta tuttora.
Da allora però il mio corpo è gradualmente imploso. Le sventure che ho vissuto quest’ultimo anno non sono mera fatalità, ma sintomi di un disagio interno.
Mi guardo indietro e vedo un ragazzo esigente, critico, da sempre il più grande avversario di sé stesso, ma col sorriso di chi sogna ad occhi aperti. Per questo ho mancato molte occasioni e ne ho colte altre.
Ho imparato a soffrire, a gioire, a conoscere la sconfitta e vivere la vittoria. Ho conosciuto persone che mi hanno cambiato la vita, che hanno creduto in me più di quanto abbia fatto io stesso. Ho imparato ad amare.
Ho appreso molto dai più grandi e ancor di più dai giovani.. a voi auguro di essere dei modelli di riferimento autentici, diffidate da chi si incorona da sé, gli uomini veri brillano di umiltà.Grazie a mamma e papà, alla mia famiglia tutta, agli amici di una vita, a chi mi ha amato, ai compagni, agli allenatori, ai medici e terapisti, ai dirigenti, a chiunque mi abbia accompagnato in questo viaggio.
Grazie a voi tutti per avermi aiutato a diventare l’uomo che orgogliosamente sono oggi.
Matteo ha dato molto al nuoto italiano, sia nelle gare individuali che nelle staffette: è stato campione mondiale in vasca corta nei 100 m farfalla e campione europeo nella staffetta 4×100 misti e primatista italiano nei 50 e nei 100 metri farfalla.
È stato e continua ad essere un esempio, non solo per i suoi risultati sportivi, ma soprattutto come persona: riflessivo, pacato, forse poteva dare l’impressione di essere uno di poche parole, ma Matteo ha sempre preferito esprimersi con i fatti. Mai polemico, sempre propositivo e costruttivo.
Le parole di Marco Pedoja, suo allenatore:
Per quanto riguarda Matteo Rivolta, la sua decisione era nell’aria. L’infortunio di Otopeni non ha aiutato. Da tempo diceva di voler cominciare a inserirsi nel mondo reale, di voler lavorare, di voler voltare pagina facendolo comunque in maniera molto serena perché le sue soddisfazioni le aveva ottenute. Per lui partecipare senza la possibilità di vittoria era logorante. L’infortunio lo ha vissuto come un segno: è tornato in acqua per allenarsi e poi, dopo una notte insonne, ha preso la decisione. Gli auguro ogni bene, perché è un ragazzo straordinario e lo merita.
Ha investito molto a livello personale: si è laureato in Economia Aziendale e Management dello Sport all’Università LIUC di Castellanza, con progetto di tesi sull’analisi economica di un impianto sportivo polifunzionale e l’identificazione di una strategia di crescita del business. Ha dimostrato come si possibile conciliare lo studio con l’attività di vertice, investendo risorse ed attenzioni per il suo futuro. Un esempio per tutti i giovani atleti che cominciano a militare nel nuoto d’élite.
Non ha mai mancato di riconoscere l’importanza del supporto della sua famiglia, nella sua attività di atleta e nel suo percorso di studi. In più occasioni abbiamo avuto testimonianza di come dietro a un grande atleta ci sia sempre una grande famiglia, la sua esperienza si aggiunge alle altre di cui abbiamo avuto modo di raccontare.
Un grazie sincero per tutto quello che ha dato al nostro movimento e un in bocca al lupo per il suo futuro.