Lo sfogo di Elena Di Liddo

La nuotatrice pugliese sfoga la delusione per come la notizia sulla sua positività al Covid sia stata resa pubblica da alcuni giornali:

A inizio pandemia si è parlato tanto della PRIVACY, della possibilità o no di diffondere i nomi dei contagiati:

OTTIMA IDEA – se si pensa che così chiunque sia stato a contatto con un positivo, ha la possibilità di procedere con isolamento e conseguenti procedure anti-diffusione.

PESSIMA IDEA –  se si considera che siamo in un paese in cui vige la “legge sulla privacy” che tutela noi cittadini dalla diffusione di dati personali, ma anche di informazioni strettamente personali.

Premessa: io in primis, alla prima positività del tampone rapido ho contattato TUTTI i miei contatti stretti (e non) mettendoli al corrente dell’accaduto. È la prassi, ma è anche la coscienza che ti spinge a farlo. È il rispetto verso gli altri.

So benissimo che siamo “personaggi pubblici”, persone esposte… la notizia sarebbe uscita in fretta e il telefono senza fili sarebbe stato il gioco del momento.

La notizia DOVEVA uscire, per il bene dei vostri familiari, zii, nonni… che tra qualche giorni saranno seduti a tavola accanto a tutti voi.

Ecco… una cosa no, non la accetto, non la condivido.

Il giornalismo non è una gara a chi la spara più grossa, non è una lotta a chi da la notizia più falsa, non si può ridurre tutto a chi conquista un click o like al proprio link. Prima di lanciare la bomba, riflettete su quanti morti o feriti potete fare.

SIAMO PERSONE, NON OGGETTI DA CONTENDERE

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.

 

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