Enhanced Games. James Magnussen: Dopato e battuto. Vale tutto!
"Doveva essere la mia settimana. È stato un colpo durissimo ... Mi allenerò come facevo una volta e poi userò il protocollo doping solo come ciliegina."
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L’australiano James Magnussen, ex campione del mondo e argento olimpico nei 100 stile libero a Londra 2012, ha incontrato la stampa per commentare ufficialmente il deludente riscontro cronometrico del tentativo di nuotare più velocemente del record mondiale dei 50 stile libero di Cesar Cielo. Il tutto nell’ambito del lancio degli Enhanced Games, la competizione “alternativa” che consente l’uso regolato di sostanze vietate dalla WADA e dei supersuit in poliuretano banditi da World Aquatics. In un contesto dove, di fatto, tutto è permesso, l’obiettivo dichiarato: conquistare il milione di dollari messo in palio dagli organizzatori.
Magnussen si era ritirato nel 2019 dopo anni di successi, infortuni e una carriera vissuta sul filo del centesimo: come acceduto nella finale olimpica di Londra 2012, persa per appena 0.01 secondi. Da allora il suo corpo è cambiato, ma non la sua voglia di primeggiare. Così, sei anni dopo l’addio, è tornato sotto i riflettori con un fisico trasformato da un protocollo di farmaci anabolizzanti che lo ha reso irriconoscibile fisicamente e tecnicamente.
“Ho preso cinque chili di muscoli nella prima settimana. In certi momenti mi sentivo un superatleta: due allenamenti al giorno per 49 giorni di fila. Squat da 227 chili, manubri da 120. Mai stato così forte,” ha raccontato al podcast Hello Sport.
Ma quella forza non si è tradotta in velocità. Alla prova dei fatti, il cronometro non ha premiato la sua muscolatura: il miglior tempo ottenuto nei tentativi di record è stato 22”73, ben lontano dal 21”53 del suo primato personale risalente al 2013. E quando è arrivato il momento clou, è stato il greco Kristian Gkolomeev a rubargli la scena e il milione di dollari. Gkolomeev ha nuotato in 20”89, battendo il leggendario record con il supersuit di Cesar Cielo e portandosi a casa il milione di dollari. Ironia della sorte: tutto questo è accaduto proprio nella settimana in cui la stampa e le telecamere erano a caccia del "grande ritorno" di Magnussen.
“Kristian arriva, otto settimane di protocollo, e bam… batte il record. Doveva essere la mia settimana. È stato un colpo durissimo. Lo conosco bene, ha avuto una vita difficile. Ha perso entrambi i genitori. Quel milione per lui è stato un cambiamento totale. Ma… doveva essere mio.”

Kristian Gkolomeev
Il paradosso, ha spiegato Magnussen, è che il troppo stroppia anche nel doping. Più si potenziava, più peggiorava in vasca: la massa eccessiva lo rallentava, l’esplosività calava, il sistema nervoso andava in affaticamento. Persino infilarsi nel costume richiedeva quattro persone e mezz’ora di lavoro.
“Sono diventato troppo grosso. Non avevo più quella velocità di punta. Stavolta non succederà. Mi preparerò come un atleta naturale e poi ci metterò sopra il protocollo, solo per dare quel 2% in più. Non si tratta di diventare superumani, ma di aggiungere qualcosa in più al lavoro fatto bene.”
Anche sul costume c’è stato qualche problema: il supersuit che aveva trovato si è rotto la sera prima della gara. Ha dovuto nuotare con una versione "light", solo al 40% in poliuretano. Ora sta cercando qualcuno che gliene costruisca uno più galleggiante per l’edizione ufficiale degli Enhanced Games del 2026, a Las Vegas.
“Quei costumi non si producono più. Noi ne abbiamo trovato uno, ma si è rotto alla coscia. Era solo una copia da acque libere, non un vero supersuit. Adesso voglio uno di quelli veri, doppio spessore se serve. Non ci sono regole, quindi tanto vale galleggiare al massimo.”
Magnussen è ormai diventato il volto pubblico di questa Olimpiade parallela, dove gli atleti possono scegliere se gareggiare “naturali” o “potenziati”, sotto supervisione medica. La manifestazione promette 250.000 dollari per ogni oro e 1 milione per ogni record del mondo nei 100 metri piani o nei 50 stile.
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