Giorgio Lamberti a Valentina Vezzali: "Frustrati, smarriti e umiliati. Allo sport servono provvedimenti, non elemosine"
Lo sfogo del campione, presidente di AGISI, ai microfoni di ADN Kronos
Intervistato da ADN Kronos, il campione e primatista mondiale Giorgio Lamberti, presidente dell'Associazione gestori impianti sportivi (AGISI), si rivolge direttamente alla nuova sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali per lanciare un grido di allarme sulla condizione delle società che gestiscono impianti sportivi:
Siamo fermi da sei mesi continuativi e non sappiamo cosa accadrà a maggio ma la vedo male. Molti gestori di impianti sportivi falliranno, la situazione è drammatica.
Vezzali è arrivata in corsa in piena tempesta perfetta, ma conosce lo sport come poche persone: ci servono proposte funzionali e non elemosine. Un segno importante sarebbe ridarci dignità e far riconoscere all'Agenzia delle Entrate che l'attività istituzionale (corsi, NdR) deve rientrare nel conteggio per il calcolo dei sostegni. Altrimenti i duemila euro che arriveranno, calcolati sulla base degli incassi commerciali, vengano erogati alla Caritas: noi ne abbiamo persi centinaia di migliaia, o arriva aiuto vero oppure è elemosina, e non ci serve.
Siamo frustrati, smarriti e umiliati, viene negata la ragione stessa della nostra esistenza, quella di centri sportivi che da prima della culla con i corsi preparto alla vecchiaia e alla disabilità offrono il beneficio dell'attività natatoria a oltre cinque milioni di italiani. Una fetta di società che sa cos'è il benessere psicofisico. E ci vediamo trattati come se fossimo aziende che costruiscono oggetti, è assurdo. Qui, negli impianti sportivi, c'è l'origine della salute della persona.
Siamo già stati umiliati da Giuseppe Conte quando l'anno scorso ci disse che il mondo sportivo doveva rimettersi in riga: noi, che siamo da sempre i più attenti all'igiene. Non da oggi le piscine sono sanificate, e questo senza pensare che abbiamo cloro nell'acqua e antibatterici ovunque. Adesso avrei una certa fiducia in Mario Draghi ma avverto la situazione come catastrofica. Per ripartire ed andare a regime, per chi resterà, ci vorranno almeno due anni, e oggi siamo al palo.
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