Thomas Bach: "Lo sport non può e non deve essere apolitico, ma deve essere politicamente neutrale".
"Abbiamo avuto molte guerre tra governi e paesi, ma gli atleti hanno sempre preso parte ai Giochi. Questo è in linea con la missione olimpica".
Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), Thomas Bach (69), ha dichiarato che le Olimpiadi di Parigi 2024 non sono a rischio nonostante le tensioni geopolitiche in atto causate dai conflitti in corso tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina. Bach ha poi sottolineato che gli atleti hanno sempre preso parte ai Giochi anche durante periodi di guerra, poiché ciò è in linea con la missione olimpica di promuovere la solidarietà umana attraverso lo sport, la missione del CIO è di natura umanitaria e cerca di unire le persone attraverso lo sport.
"Lo sport non può e non deve essere apolitico, ma deve essere politicamente neutrale. Se assume il ruolo di arbitro in ogni conflitto è la fine dello sport internazionale.
Abbiamo avuto molte guerre tra governi e paesi, ma gli atleti hanno sempre preso parte ai Giochi. Questo è in linea con la missione olimpica.
La nostra missione è una missione umanitaria per gli atleti e lo sport. Cerchiamo di tenerne conto.
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Bach ha poi affrontato la questione relativa alla possibilità degli atleti russi e bielorussi di competere a livello internazionale come neutrali, affermando che gli atleti non dovrebbero essere puniti per le azioni del loro governo. Lo scorso settembre World Aquatics ha approvato la loro partecipazione come neutrali (seguono criteri) e alcuni nuotatori bielorussi; Ilya Shimanovich , Anastasia Shkurday , Alina Zmushko e Anastasia Kuleshova, hanno chiesto e ricevuto lo status di “neutral” da World Aquatics per poter tornare a gareggiare nelle competizioni internazionali, mentre sul fronte russo nessun atleta ha fatto richiest, l'ultima occasione utile prima dei Giochi saranno i Campionati del Mondo 2024 a Doha, in Qatar, in programma a febbraio.
Seguono alcuni dei principali criteri stabiliti da una task force istituita da World Aquatics nell’aprile scorso in seguito alle raccomandazioni inviate dal Comitato Olimpico Internazionale alle federazioni internazionali nel mese di marzo per re-introdurre gli atleti russi e bielorussi.
- Gli atleti e lo staff di supporto possono partecipare alle competizioni solo a condizione che rispettino tutti i regolamenti di World Aquatics, non abbiano alcun contratto o accordo in essere con l’esercito russo o bielorusso o altre agenzie di sicurezza nazionale e non abbiano sostenuto la guerra in Ucraina in “qualsiasi forma di espressione verbale, non verbale o scritta”. World Aquatics ha nominato un panel per verificare che atleti, allenatori e funzionari non abbiano mostrato alcun sostegno alla guerra, tramite dichiarazioni, post sui social media o preso parte a manifestazioni pro-guerra.
- Le bandiere di entrambi i paesi non possono essere utilizzate, gli atleti saranno identificati attraverso la bandiera World Aquatics, medesima condizione per gli inni nazionali, per qualsiasi cerimonia che riguardi Russia e Bielorussia sarà utilizzato l’inno di World Aquatics.
- Gli atleti sono tenuti a indossare divise di colore bianco, non sono ammessi eventuali segni distintivi della propria nazione.
- Gli atleti non potranno partecipare alle conferenze stampa e/o essere intervistati nella mixed zone.
- Saranno implementati ulteriori protocolli antidoping, tra cui un “Programma antidoping mirato” con test specifici, indagini approfondite e un attento monitoraggio del passaporto biologico dell’atleta.
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