Denis Cotterell: “le proteste contro Sun Yang? Ipocrisia”

Denis Cotterell, allenatore australiano di Sun Yang, punta il dito contro i connazionali che cercano di svilire i successi del suo pupillo. Nella sua prima intervista dopo i fatti di Gwangju, Cotterell ritiene offensive e infamanti le accuse nei confronti di Sun, “assolutamente pulito” come l’altro grande top swimmer da lui allenato, Grant Hackett. “Sono felice di lavorare con un grande atleta. che ha pagato per i suoi errori. Dargli del dopato è un insulto. È dopato chi salta un test? Ho lavorato in molte squadre dove degli atleti saltavano dei test. Non li avrei mai definiti dopati. Mi sembra tutto molto ipocrita, perché se questa è la definizione, allora anche nella squadra nazionale australiana ci sono dei dopati”. Il riferimento è a Madeline Groves, che ha saltato tre test ma ha evitato la squalifica per avere dimostrato che gli ispettori “non avevano fatto tutto il possibile” per trovarla al suo domicilio.

In realtà saltare un test è cosa diversa dalla fattispecie contestata a Sun, che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) prima rifiutato di sottoporsi a un test e poi sfasciato a martellate il contenitore nel quale erano riposti i suoi campioni. La stessa Groves, peraltro, si è unita al coro dei critici di Sun. La decisione definitiva sul caso arriverà il prossimo settembre dalla Corte per l’arbitrato sportivo (CAS) alla quale si è appellata la WADA contro il proscioglimento dell’atleta cinese, che aveva già scontato nel 2014 tre mesi di squalifica per utilizzo di farmaci proibiti (Trimetazina).

La presa di posizione di Mack Horton ha ottenuto il plauso di tutti i grandi nomi del nuoto aussie: Dawn Fraser, Susan O’Neill, Libby Trickett hanno a più riprese chiesto l’esclusione di Sun dalle competizioni. Ben diverso il punto di vista di Tony Nolan, uno dei più autorevoli avvocati australiani di diritto sportivo, che non vede alcuna ragione per estrometterlo. “C’è stata una causa: l’ha vinta. C’è un ricorso pendente: potrebbe vincerlo. Per quale motivo la sua carriera dovrebbe essere rovinata?”

Cotterell aggiunge che i critici di Sun sorvolano su tre circostanze fondamentali: 1) a oggi nessun tribunale ha dichiarato l’atleta colpevole 2) la FINA non è titolata a prendere provvedimenti in pendenza dell’appello alla CAS 3) il ritardo nella calendarizzazione dell’udienza da parte della CAS non dipende da Sun.

Cotterell ha ovviamente tutte le motivazioni per sostenere il suo nuotatore: una condanna di Sun significherebbe una fine ignominiosa per la sua carriera (ricordiamo che il coach è stato inserito nella Hall of Fame dello sport australiano), ma soprattutto lo conosce meglio di ogni altro. Il sodalizio fra i due data al post Olimpiadi di Londra, dov e l’allora quindicenne prodigio conquistò la finale dei 1500 ed è proseguito per undici anni lungo una carriera che ha portato il cinese ad essere il nuotatore con il maggior numero di titoli olimpici e mondiali individuali dopo Michael Phelps.

“Non ne posso più di vederlo trattato così” ribadisce coach Denis. Ha pagato. È riabilitato. Sa di essere pulito. Tutti questi attacchi sono frustranti. Quante insulti può subire una persona? Gli ho detto di non curarsene, ma è un essere umano. È sensibile. Non c’è dubbio che la FINA non stia facendo abbastanza per eliminare il doping dal nostro sport, ma Sun non può essere il capro espiatorio”.

Cotterell ricorda che la FINA ha assolto Sun Yang per avere distrutto a martellate le provette contenenti i suoi campioni sanguigni in quanto il personale incaricato dei prelievi non ha rispettato i rigidissimi protocolli previsti. “Sun si era presentato spontaneamente ai controlli, dopo essere stato avvisato telefonicamente dalla madre della presenza degli ispettori. Se avesse avuto qualcosa da nascondere avrebbe potuto semplicemente non presentarsi. Ma dopo essersi sottoposto a centinaia di test in carriera conosce bene le procedure, e la sua reazione è dipesa dal mancato rispetto delle stesse”.

Leggi l’intervista completa su The Australian

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