La prima giornata del Seminario “Tokyo 2020 – Avvicinamento e adattamento”

Sono emerse indicazioni e relazioni piuttosto interessanti dalla prima giornata del Seminario “Tokyo 2020 – Avvicinamento e adattamento”, organizzato dall’Area Sport e Preparazione Olimpica del CONI attraverso l’Istituto di Scienza dello Sport, in corso di svolgimento presso l’Aula Magna del Centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa.

Seguono le sintesi degli interventi, qui il comunicato CONI integrale

Alessandro Pezzoli, Bio-Climatologo del Politecnico e dell’Università di Torino ha analizzato le condizioni meteorologiche a Tokyo e l’influenza delle variabili ambientali sulle prestazioni sportive.

Le previsioni possono aiutare a migliorare le prestazioni attraverso un processo graduale di allenamento. In quasi tutti gli sport un’analisi climatica può contribuire a ottenere risultati importanti. Ci siamo accorti che l’influenza meteorologica fa la differenza. Tokyo è un laboratorio naturale a livello meteorologico. A luglio è il Paese più caldo del mondo e vanno analizzati e incrociati vari dati e condizioni per arrivare a calcolare il comfort termico. La zona costiera è molto ventosa, condizione che scema verso il centro e a nord di Tokyo. L’atleta può performare ma deve essere allenato a farlo in quelle condizioni. E dobbiamo tenere conto della possibilità di dover fare i conti con i tifoni che sono aumentati nei mesi di luglio e agosto”.

Massimo Sacchetti, Professore Ordinario di Scienze dello Sport e Fisiologo dell’Esercizio dell’Università di Roma Foro Italico, si è invece soffermato sul tema relativo alla gestione dell’acclimatamento alle condizioni cado-umide.

Ritengo sia importante contrastare il caldo umido di Tokyo per favorire la prestazione. Caldo ed esercizio rappresentano uno stress notevole per l’organismo perché certe condizioni possono condizionare le prestazioni. Le contromisure risiedono in 3 tipi di strategie. Raffreddare, idratare e curare l’esposizione al caldo, facendo allenamento al caldo, aumentando la temperatura corporea. Per farlo occorrono pochi giorni o dai 6 ai 10 giorni. Quando acclimatarsi? Non esiste una risposta univoca per tutti. Si può farlo arrivando prima a Tokyo o simulare certe condizioni in fase di avvicinamento all’evento. Tentare una soluzione mesi prima sarebbe l’ideale ma ci sono variabili da considerare tra cui lo stress. Ci possono essere strategie alternative per il caldo, come l’immersione in acqua calda dopo l’esercizio o fare la sauna, altrimenti raffreddare il corpo in acqua fredda prima della gara o usando indumenti particolari refrigeranti, assumendo bevande fredde durante l’esercizio, infine utilizzando il mentolo che può migliorare la percezione termica”.

Fabio Lucidi, Preside della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università la Sapienza e Professore ordinario e Presidente della Società Italiana Psicologia della Salute, ha sviluppato la questione del jet-lag.

“Esiste un orologio interno che controlla alcune attività, le modificazioni cicliche dei processi fisiologici sono definiti ritmi circadiani. Le variazioni giornaliere regolari del livello di luminosità normalmente mantengono questo orologio regolato sulle 24 ore. Questo orologio è influenzato dalla secrezione di melatonina, che viene inibita dalla luce. I ritmi circadiani sono sincronizzati con il ritmo della temperatura corporea per le prestazioni cognitive e quelle fisiche, anche di alto livello. I sintomi del jet lag sono più severi in funzione dei meridiani superati, abitualmente la velocità di adattamento richiede un giorno per ogni fuso oltrepassato ma ci sono variabili individuali da tenere in considerazioni, come l’età. Il Dipartimento di Psicologia di Scienza dello Sport ha ravvisato che circa l’80% degli atleti risente del jet lag nei giorni successivi ai voli transoceanici. E’ consigliabile seguire un protocollo quando si viaggia verso est che preveda, tra l’altro, di anticipare l’orario del sonno per qualche giorno prima della partenza, l’orario dei pasti e gli orari di allenamento, con partenza preferibilmente la mattina”.

La giornata si è chiusa con una tavola rotonda, moderata da Antonio Gianfelici, Coordinatore Fisiologia di Scienza dello Sport, incentrata sulle esperienze e sulle strategie per favorire l’acclimatamento, con la partecipazione di Marco Bonifazi, Coordinatore tecnico dei settori agonistici e del Centro Studi della FIN e professore associato di fisiologia dell’Università degli Studi di Siena, Davide Cassani, Direttore Tecnico squadre Nazionali e Ct Strada FCI, Franco Cattaneo, Direttore tecnico Nazionale FIC e Fabio Fanton, Medico federale FIJLKAM e FITRI. Le conclusioni saranno affidate a Giampiero Pastore, Responsabile di Scienza dello Sport.

Gli aspetti metodologici e le tappe di avvicinamento ai Giochi saranno al centro del dibattito che aprirà invece la giornata di domani, moderato da Sandro Donati, coordinatore di Metodologia dell’allenamento di Scienza dello Sport, con gli interventi di Pierluigi Aschieri, Direttore Tecnico della Nazionale di Karate, FIJKLAM, Alessandro Campagna, Ct Nazionale di Pallanuoto Maschile, FIN, Sandro Cuomo, Ct delle Nazionali di Spada, FIS, e Antonio La Torre, Direttore Tecnico Nazionale della FIDAL. La preparazione mentale al grande evento sarà invece il focus dell’intervento di Giuseppe Vercelli, Psicologo, docente di Psicologia dello Sport e della prestazione umana, consulente di CONI, FISI, FICK, FITARCO, FASI, FIPAV e responsabile dell’area psicologica della Juventus FC, toccherà infine l’argomento relativo alla preparazione mentale al grande evento. Le riflessioni finali saranno affidate a Giampiero Pastore, che chiuderà i lavori del Seminario.

 

 

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