Chi è il perdente adesso?

Riprendiamo un’interessante riflessione proposta dal sito inglese Brinkwire sulla vicenda della scorsa estate che ha visto coinvolto il nuotatore scozzese Duncan Scott.

 

Quando è uscita la notizia della squalifica del dragone cinese Sun Yang probabilmente in molti hanno ripensato a un podio che aveva fatto discutere: Campionati Mondiali FINA 2019 a Gwangju, 200 mt stile libero. Sul gradino più alto c’è lui, il grande atleta cinese, argento per Katsuhiro Matsumoto e bronzo a pari merito per Martin Malyutin e Duncan Scott. E proprio quest’ultimo compie un gesto, a mio avviso esemplare. Si rifiuta di condividere il gradino più alto del podio con il vincitore per la foto di rito. Direi che la scena che è seguita è stata indimenticabile: Sun Yang insulta Scott per essersi rifiutato di stringergli la mano e gli grida “Io ho vinto!”, e lo definisce un perdente.

 

L’atleta cinese, perché a questo punto definirlo campione potrebbe non essere corretto, era già sotto inchiesta per la distruzione delle provette, ma non era ancora stata emessa alcuna sentenza.

Il gesto di Scott è stato apprezzato da moltissimi altri nuotatori. Essere un’atleta di alto livello significa anche questo: correttezza e trasparenza. E’ stato coraggioso, perché non è facile manifestare il proprio disappunto quando la stessa FINA permette ad un atleta, nonostante le vicende e le prove di manomissione di un test, di partecipare ai Campionati del Mondo. Scott è stato ripreso per il suo gesto, è stato chiesto agli atleti di non esprimere alcuna forma di protesta. Ma è giusto? E’ giusto chiedere ad un atleta indifferenza di fronte a qualcosa che palesemente non è corretto? Io credo di no. Credo che Scott con il suo silenzio e la sua immobilità abbia avuto la forza di un tornado e sia riuscito a dare voce a quanti la pensavano come lui. Un atleta lavora duro per ottenere il risultato, mette tutto se stesso nella preparazione e nello svolgimento della gara ed è comprensibile che certe cose siano difficili da digerire.

Duncan Scott quel giorno è diventato un campione di correttezza e di coerenza. E direi che, a distanza di mesi e visto l’epilogo della vicenda, non è lui quello che ha perso.

 

Qui sotto l’articolo originale.

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