Costruire il futuro agonistico

Non è facile passare dai ritmi del nuoto agonistico alla completa inattività. Dopo le riflessioni di Monica Vallarin, pubblichiamo un contributo di Diego Polani, psicologo dello sport psicoterapeuta e docente nazionale SIT-FIN.

Diego Polani – Photo G. Scala/Deepbluemedia

 

In questo periodo stiamo vivendo una situazione di emergenza, ormai definita pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che non ha precedenti, a mio ricordo, se non dai racconti della fine del conflitto mondiale da parte dei miei genitori e dei nonni.

Tutto questo ha colpito duramente il nostro mondo natatorio creando problemi economici di altissimo impatto con la chiusura di tutti gli impianti sportivi, ma anche agli atleti, con le restrizioni previste dai vari decreti del Presidente del Consiglio, che si sono visti bloccare quelle competizioni per le quali si sono sacrificati per molti mesi.

Come si può notare da quello che leggiamo in rete le persone sono sicuramente più ansiose e depresse, sfiduciate, costrette a veder saltare piani da tempo organizzati. Quindi il coronavirus non è solo un’emergenza sanitaria ma anche un’epidemia di insicurezza che si amplifica con la diffusione incontrollata di tante notizie non vere.

Prima di tutto cerchiamo di rimanere informati in maniera realistica senza cadere appunto nelle fake news. In questo momento diamoci del tempo per noi cercando di spegnere la televisione e i cellulari al fine di elaborare con calma le informazioni che riceviamo senza farci sopraffare da tutto ciò che gira per la rete e per la televisione.

Cerchiamo di prenderci del tempo, e ora ne abbiamo, per rinforzare le risorse positive, la voglia di vivere, la gioia e il sogno agonistico che non muore mai. Evitiamo che questo virus invada tutta la nostra vita impedendoci di reagire in maniera intelligente.

Ricordiamoci che la forza dell’essere umano è data dal fatto che abbiamo a disposizione due emisferi cerebrali di cui uno serve a tenere i piedi per terra, a analizzare la realtà, mentre l’altro è capace di sviluppare immaginazione. La logica ci aiuta a capire il presente per capire come affrontare questa situazione, l’immaginazione, invece, ci aiuta a pensare al futuro.

È con queste due intelligenze, che dovrebbero lavorare insieme, che forse riusciamo a non perdere tutto ciò che fino ad oggi abbiamo costruito.

Dal punto di vista sportivo creiamo situazioni che ci facciano vivere in continuazione quelle sensazioni motorie essenziali al nostro sport. Sappiamo che il nostro cervello può aiutare ad allenare sviluppando immaginazione e visualizzazione del proprio gesto tecnico come se si fosse in vasca. Questo grazie allo sviluppo delle ricerche che si sono succedute alla scoperta dei neuroni specchio, ossia quella capacità di ricopiare anche solo grazie all’immaginazione i nostri atti motori.

Confrontiamoci con i nostri tecnici e i nostri compagni di squadra per fare a casa esercizi di stretching e preparazione fisica. E poi sosteniamoci a vicenda, specialmente quando ci sentiamo particolarmente angosciati comunicare con lo smartphone, con Skype o altro permette di sentirci meno soli e ci aiuta moltissimo.

Costruiamo insieme il nostro futuro sportivo e sociale, la paura si sconfigge tutti insieme!

Cliccando qui potete scaricare il Vademecum predisposto dall’Ordine nazionale degli psicologi.

Ph. ©A.Masini/Deepbluemedia

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