#Nuotopuntolive, 3° puntata: Simona Quadarella. “Rinvio delle Olimpiadi soluzione migliore”

Nella terza puntata di #Nuotopuntolive, condotta da Alberto Dolfin, abbiamo incontrato la campionessa azzurra Simona Quadarella. Per chi si fosse perso la diretta con la simpaticissima nuotatrice romana vi riportiamo il recap e il video.

Come stanno andando questi giorni di stop forzato?

Abbiamo dovuto fermarci con la preparazione. Ogni giorno è un’incognita, ci sono dei giorni in cui si riusciva a nuotare e altri no, purtroppo è un momento molto difficile.

Hai gareggiato in Europei, Mondiali, Universiadi, un sacco di gare e l’Olimpiade è la competizione a cui avresti dovuto partecipare quest’estate. Te la stanno facendo un po’ sudare.

Dopo i Giochi di Rio, in cui non ero riuscita ad ottenere la qualificazione, il mio allenatore Christian Minotti mi disse di non preoccuparmi, che avevo altri quattro anni per prepararmi e riprovarci. E invece sono diventati cinque. Ma aspetteremo un anno! La vedo come un’opportunità: ho un anno in più per prepararmi, crescere e migliorarmi.

Che sport segui in TV?

Ovviamente mi piace seguire il nuoto, ma mi piace anche vedere la Roma, e poi mi piace parecchio guardare i tuffi, è una disciplina che mi ha sempre affascinato, e poi lo sci, quello è una tradizione di famiglia. Da piccola andavo sempre con i miei genitori a fare la settimana bianca.

Hai avuto modo di conoscere alcune atlete dello sci, per esempio Dorothea Wierer, che condivide il tuo stesso sponsor tecnico Adidas?

Purtroppo no, non le ho conosciute. Ho seguito Federica Brignone, anche lei atleta Adidas.

Che rapporto hai con Federica Pellegrini?

Federica è una compagna di nazionale ed io ho sempre avuto un occhio di riguardo per lei. La ammiro molto, mi piace guardarla mentre si allena, mentre gareggia. È sempre emozionante osservarla. Anche quando siamo in collegiale insieme è sempre un piacere.

Il tuo libro “Il mio Spazio Blu” e il libro del Cardinal Bertone.

Essere citata nel libro del Cardinal Bertone come un esempio è stata una cosa che mi ha fatto veramente piacere. Ho avuto modo di conoscere il Papa durante il Settecolli, come nazionale prima delle gare ci ha dato udienza. E poi il libro in cui sono citata. È stato davvero bello. Il mio libro invece è stata un’esperienza bellissima, una cosa che non avrei mai immaginato. Non avrei mai pensato di scrivere un libro a soli vent’anni e ogni tanto mi capita di rileggerlo.

Fidanzato?

E lo sapevo! (Ride) Sì. Da poco però sì!

Quando hai cominciato a fare gare nazionali?

Ho cominciato nel 2014 con la nazionale giovanile. In quell’occasione ho fatto i miei primi Eurojunior e poi da lì ho partecipato a  Mondiali Junior e Olimpiadi giovanili. La mia prima gara con la Nazionale Assoluta l’ho fatta nel 2016 partecipando agli Europei a Londra. Avevo diciassette anni.

A cosa pensi durante la gara?

Dipende dall’importanza. Se è una gara molto importante penso solo a quella e alle avversarie. Altrimenti spazio con i pensieri, e poi canto. Canto in gara e anche in allenamento. Ma a Gwangju no, durante l’800 non ho cantato.

Che rapporto hai con gli altri nuotatori?

Ho sicuramente un buon rapporto con tutti. Con qualcuno sono più amica perché ho legato di più e con qualcuno di meno, ma in nazionale ci troviamo bene insieme. Non sono mai capitati episodi di litigi o altro. Sono molto legata a Elena Di Liddo e Arianna Castiglioni.

Con il rinvio delle olimpiadi come cambieranno gli allenamenti?

Un po’ me lo aspettavo il rinvio, e per come si stavano mettendo le cose un po’ me lo auguravo, penso sia stata la soluzione migliore. Ora ce la prenderemo con un po’ più di calma. Da settembre ci si allenava forte tutti i giorni. Io mi fido del mio allenatore, mi affido a lui e Christian sicuramente saprà fare la cosa giusta per quanto riguarda gli allenamenti. L’obiettivo non cambia, ora siamo più tranquilli ma da settembre ricominceremo con gli allenamenti duri per arrivare pronti all’anno prossimo.

Come passi la tua quarantena?

Mi diverto a guardare serie tv e ho ricominciato a studiare. Approfitto del fatto che ho molto tempo per avvantaggiarmi con lo studio. Non so se posso fare gli esami poiché l’università è chiusa. Ma intanto mi porto avanti.

Chi temi di più a Tokyo?

Alla fine bisogna temere sempre un po’ tutti, ma la prima è sempre lei: Katie Ledecky.

Come si batte?

Bisogna allenarsi tanto, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Il lavoro mentale conta tanto. Il mio allenatore mi aiuta parecchio: quando io ho un problema gliene parlo e lui mi sa consigliare. Anche prima della gara sa sempre dirmi le parole giuste, sia prima che dopo. C’è parecchio lavoro mentale da fare, e lo si può allenare durante l’allenamento, e anche prima e durante le gare. Per questo infatti ho anche una mental coach, Nicoletta. Mi segue da pochi mesi ma mi trovo molto bene.

Qual è il ricordo più bello legato al nuoto?

Sicuramente Gwangju e la gara dei 1500. Ma mi rimane sempre nel cuore anche la vittoria a Glasgow nel 400 stile libero in vasca lunga e il bronzo di Budapest. Quella è stata la mia prima medaglia internazionale tra i “grandi” e mi rimarrà sempre nel cuore.

Qual è il personaggio sportivo nella storia a cui sei più legata?

Da piccola seguivo soprattutto Alessia Filippi. Già allora nuotavo gli 800 e i 1500 e quindi seguivo soprattutto lei. È stato bello quando sono riuscita a stabilire il nuovo record sui 1500 che precedentemente era suo. Io andavo a guardare le gare al Settecolli e la aspettavo per chiederle l’autografo. È stata un’emozione forte.

Prima parlavi dei tuoi studi universitari, quindi è possibile combinare l’impegno di studente con quello di atleta?

Sì, è possibile. Io sono supportata da un tutor per la pianificazione degli esami, mi aiuta e mi semplifica l’organizzazione. Cerco di dare esami nei periodi in cui non ho gare, quando non ho  allenamenti particolarmente impegnativi e non devo essere troppo concentrata.

Ti piace il soprannome che ti hanno dato “QuadaRazzo”?

Me ne danno parecchi di nomi, mi chiamano in  modi diversi, nei giornali mi chiamano “SuperSimo” e quello mi piace molto.

Come hai superato dei momenti difficili?

I momenti difficili ci sono sempre, anche durante la stagione. Possono essere una gara andata male o dei periodi dove si è più stanchi e si hanno maggiori difficoltà durante l’allenamento. La più grande delusione fino ad ora è stata sicuramente la mancata qualificazione ai Giochi di Rio del 2016 . In quell’occasione avevo addirittura pensato di smettere di nuotare, di non poter farcela. Mi è caduto il mondo addosso e mi ci è voluto tempo per metabolizzare. Poi mi sono rialzata e sono tornata ad iniziare la stagione con un cambio di mentalità e pronta a faticare per ricominciare. Adesso ho capito che la mancata qualificazione era stata una fortuna, qualcosa che mi è servito per migliorarmi.

Ogni tanto litighi con il tuo allenatore Christian Minotti?

Ogni tanto ci troviamo in situazioni in cui non siamo molto d’accordo. Ma si sa: lui è l’allenatore e lui ha ragione. Ho scelto io che fosse lui ad allenarmi, quindi non mi devo lamentare. 

Hai paura del mare?

Sì, in mare aperto se non vedo il fondo ho un po’ di timore. Infatti non sono per il nuoto in acque libere. 

Come superi l’ansia pregara?

Con la musica: mi aiuta molto e mi serve per scaricare l’ansia. Ma per fortuna non ne soffro particolarmente.

Staffetta 4×200, ci pensi?

Ci penso, sì. Le staffette servono anche per distrarsi un po’ dal proprio impegno individuale in vasca che a volte può essere pesante mentalmente. Quindi le staffette rendono il tutto più divertente.

Fate molto gruppo in nazionale. Ti manca il fatto di non allenarti come in una squadra, come si fa in uno sport di gruppo?

No, non è una cosa che mi manca. Mi piace che tutto dipenda da me stessa. In Nazionale siamo sempre insieme quindi condividiamo tutto, ci confrontiamo, anche tra atleti che fanno gare completamente diverse. Per esempio con Elena Di Liddo mi confronto spesso, nonostante le sue gare siano completamente differenti dalle mie. Ma ci supportiamo a vicenda e sappiamo capirci.

Come gestisci i profili social? 

I miei profili social li gestisco da sola: è una cosa che mi e sempre piaciuta, mi piace interagire soprattutto con i ragazzi giovani, non mi pesa, anzi. Mi piace postare le mie foto, relazionarmi con le persone in generale. 

Un messaggio per tutti i ragazzi costretti a rimanere a casa.

Rimanete a casa per vincere questa battaglia contro il virus. È difficile mantenere i propri obiettivi in questa situazione, ma prima o poi tutto questo finirà: mantenete l’obiettivo che poi si potrà ricominciare!

Sul nostro canale Youtube è disponibile il video:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto © Andrea Staccioli Deepbluemedia Inside

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