Arianna Bridi a #Nuotopuntolive: “Che emozione battere gli uomini, una vittoria tutta di testa”

Poco più di sei ore per scrivere la storia, una mezz’ora abbondante per raccontare la sua impresa. Arianna Bridi, trionfatrice della Capri-Napoli, è stata la protagonista della trentunesima puntata di #Nuotopuntolive, rispondendo alle tante curiosità sulla sua vittoria in acque libere che ha lasciato tutti a bocca aperta.

Sinceramente non me l’aspettavo e la particolarità non è stata vincere la Capri-Napoli, ma battere gli uomini per la prima volta. In tanti si sono chiesto come fosse possibile. Ero partita per fare il record femminile, ma non pensavo che un ritmo così buono potesse portare questo risultato: me ne sono accorta a tre quarti di gara. Quando il mio allenatore, Fabrizio Antonelli, mi ha detto che il nostro gruppetto aveva due minuti su tutti i maschi più forti, non ci credevo. Quando l’ho realizzato, ho cominciato a spingere sempre di più, con Fabrizio da fuori che mi faceva il segno dei muscoli. Per me è stata un’emozione incredibile.

 

Il momento più bello?

A metà gara, ho guardato sotto di me e c’era il mare di un blu che non avevo mai visto. In quel momento, ho sgomberato la testa da qualunque pensiero e mi sono goduta quegli attimi, che mi hanno dato una forza immensa.

 

Come ci si prepara a uno sforzo di 6 ore?

L’attenzione durante la gara si costruisce in allenamento. È una qualità che si può avere, ma che si può anche costruire. Nelle nostre gare è importantissimo non distrarsi mai e questo lo costruisci ogni giorno in piscina: più volte ti distrai e più sono le possibilità di perdere la gara.

 

Come ha ritrovato le motivazioni dopo la mancata qualificazione per i Giochi di Tokyo?

Mi sono trasferita a Roma per un percorso che sognavo mi potesse portare all’Olimpiade. Ogni gara che affrontavo mi portava più vicino: nel 2016 ho preso la medaglia agli Europei, nel 2017 ai Mondiali, nel 2018 non era andata benissimo agli Europei ma c’era il problema muta, che poi sono riuscita a risolvere. Nel 2019 c’era il Mondiale e io mi sentivo sicurissima. Continuavo a ripetermi che era facile entrare nelle prime dieci, ci ero sempre arrivata nelle gare internazionali. Volevo un risultato a Gwangju, puntavo a una medaglia e, invece, sono tornata a mani vuote. La paura mi ha trascinato a fondo, mi sembrava di avere un palazzo sulle spalle mentre nuotavo. Era più la paura di perdere che la voglia di vincere. Fabrizio è stato bravissimo a trovare lo stimolo del record della Capri-Napoli per darmi un obiettivo.

 

 

Qui sotto il video completo dell’intervista:

 

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