ATPB. “Italia-Svizzera” con Andrea Grassini e Massimo Meloni. Sintesi e video della puntata.

Un nuovo appuntamento per la nostra rubrica At The Pool Bar: questa volta, con Luca Rasi per Nuotopuntolive, abbiamo ospitato Andrea Grassini, della Rari Nantes Torino e Massimo Meloni, Head Coach della Nazionale Svizzera. Un appuntamento sicuramente interessante, che ci ha permesso di mettere a confronto il sistema Italia con quello svizzero. Gli scambi sono stati molto costruttivi, dimostrando ancora una volta come il confronto fra tecnici sia sempre costruttivo.

A fondo pagina il video.

Cominciando proprio dalle differenze tra le due realtà, Massimo Meloni ha illustrato come la ricchezza della popolazione sia una complicazione per la crescita degli atleti e di come i ragazzi, cercando di andare a fare l’università negli USA, non comprendano che sportivamente le cose cambiano: il fatto di rimanere in Italia, o in Svizzera, fa si che possano essere seguiti meglio.

Da un punto di vista dell’impiantistica, la situazione è sicuramente migliore rispetto all’Italia: attualmente stanno nascendo molte strutture nuove e nonostante l’epoca Covid, tutti gli impianti sono aperti perchè sovvenzionati dai comuni.  

Ma Italia-Svizzera non è solo motivo di confronto, ci sono anche cose in comune, atleti in comune: Lisa Mamiè infatti è un’atleta svizzera che da ottobre 2015 è arrivata in Italia ed è seguita da Andrea Grassini. Il tecnico fa subito notare come in Svizzera gli atleti possano crescere con molta più gradualità. Probabilmente complice il fatto che numericamente sono inferiori e pertanto non ci sono molti nuotatori come nella nostra penisola. Sicuramente si rivela un fattore molto positivo, che mette però in evidenza come la situazione in Italia sia un po’ più esasperata, conseguenza forse naturale della tanta concorrenza. Per tornare a Mamie, Andrea fa notare come l’atleta abbia la fortuna di essere seguita da molte persone. Ci tiene a sottolineare che Lisa non ha chiesto di venire in Italia perchè voleva cambiare o non si trovava bene, semplicemente voleva fare di più. C’è una collaborazione eccezionale con la sua società di origine, un confronto costante e uno scambio continuo di impressioni e riflessioni sulle video analisi fatte e sugli allenamenti svolti.

Abbiamo chiesto a Massimo come si svolge il suo ruolo di Head Coach. Ci ha illustrato come il sistema federale  svizzero differisca dal nostro a livello organizzativo. Lui è l’unico a rivestire il ruolo di tecnico federale e sostanzialmente non ha mai smesso di fare l’allenatore, ritiene però che quello svizzero sia un sistema che consente agli allenatori di effettuare un importante percorso di crescita personale in ambito internazionale.

Inevitabilmente abbiamo chiacchierato di International Swimming League. I due tecnici si sono dimostrati concordi sull’affermare che sia stata una grande opportunità per gli atleti che hanno partecipato, visto il momento che si sta vivendo in cui le competizioni scarseggiano. Hanno sottolineato però l’importanza che questo tipo di competizioni si affianchi il più possibile all’attività istituzionale, che è il fondamento del nostro sport.

Con Massimo Meloni abbiamo poi parlato di un altro atleta emergente, Noè Ponti, che partecipando alle competizioni a Rotterdam ha registrato tempi veramente notevoli nei 100 farfalla, con passaggi che non potevano passare inosservati: un ritorno nei 100 a 26.72 che evoca nomi quali Phelps e Dressel.

Per approfondire l’aspetto dell’allenamento, abbiamo chiesto ai due tecnici ospiti quali fossero i punti cardine della loro attività.

Andrea Grassini

Mi piace prima guardare, osservare e studiare l’atleta. Poi penso al lavoro da fare. Ritengo sia fondamentale osservare le caratteristiche di chi è in acqua, capire cosa gli piace e sviluppare le  situazioni in cui si sente bene e ogni tanto metterlo in difficoltà.

Massimo Meloni 

Sono il tecnico che sono grazie a Gianni Nagni, che ho affiancato fino al 1989, e a Giovanni Malagò. Tutto ciò che ho imparato è merito loro. Personalmente non sono un patito della tecnica, mi definirei un po’ un allenatore in vecchio stile. Ma credo molto nel confronto fra colleghi e quando qualcuno mi fa notare qualcosa ci rifletto sopra, perchè può capitare che quando segui per molto tempo un atleta, rischi di non vedere più i difetti o le imperfezioni.

Scavando ancora più a fondo, Grassini fa notare come la forza di volontà sconfinata di Lisa Maimé sia la sua più grande qualità, la sua perseveranza e la capacità di non mollare mai che in alcuni casi lascia di stucco lo stesso tecnico. Si esalta molto nei lavori specifici del passo gara e raccoglie ogni sfida che le viene lanciata. In allenamento l’obiettivo è quello di  non far scadere mai la tecnica: tutto ciò che non è il gesto di gara non ha importanza per Grassini.

La chiacchierata ci ha portato poi a riflettere su ciò che il lockdown che abbiamo vissuto ci ha insegnato o comunque ha messo in discussione. Sicuramente sono da rivedere alcuni aspetti della metodologia che viene adottata e bisogna capire la negatività dei livelli di stress che a volte gli allenatori, anche in buona fede, comunicano agli atleti.

Entrambi i tecnici hanno espresso come le video analisi, i prelievi ematici e i test di allenamento siamo elementi assolutamente validi e permettano di effettuare un lavoro sempre più mirato e sempre più ad hoc per l’atleta in questione. Anche l’utilizzo degli attrezzi è una cosa comune, per Grassini deve sempre essere finalizzato al miglioramento tecnico, per Meloni l’utilizzo è moderato e orientato prevalentemente allo sviluppo della forza.

Abbiamo salutato i nostri graditissimi ospiti con una domanda che vedrà l’argomento sviluppato nel prossimo appuntamento At The Pool Bar, intitolato “Emergenza sanitaria, vaccini e protocolli sanitari”. Abbiamo chiesto, secondo loro, cosa cambierà con l’arrivo del vaccino. E vi rimandiamo al video per loro risposte.

13° Meeting Squalo Blu

Serravalle (RSM)
26-04-24
Matteo Rivolta: "È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato."

Matteo Rivolta: “È una scelta coraggiosa...

Essere atleta è sicuramente difficile: l'allenamento, la prestazione, accettare la sconfitta e in caso di vittoria il peso di doversi ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative