“Misogini pervertiti”, Swimming Australia chiede spiegazioni. Ma ci sono dei precedenti

Swimming Australia (SA), l’ente di governo del nuoto australiano, ha chiesto chiarimenti a Madeline Groves dopo che l’atleta ha annunciato via social di rinunciare a disputare i trials per dare una lezione a un gruppo di “misogini pervertiti e dei loro leccapiedi” che molestano, umiliano e manipolano le giovani nuotatrici.

Il presidente di SA Kieren Perkins si è detto “molto preoccupato”  per queste accuse di abusi e molestie che “sono in cima alla mia lista di comportamenti da stroncare alla radice. Purtroppo non abbiamo potuto confrontarci con la diretta interessata per capire di chi sta parlando e poter prendere i necessari provvedimenti. La invitiamo a contattarci il prima possibile, perché queste sono questioni cruciali per assicurare ad atlete e atleti un ambiente sano e sicuro”.

Groves non era peraltro nuova a lamentele relative a comportamenti molesti da parte di uomini del nuoto australiano: lo scorso dicembre aveva segnalato di essere stata più volte guardata e apostrofata in modo inappropriato.

L’ex campione del dorso Mitch Larkin, per molti anni compagno di allenamenti di Groves, prende le difese dell’amica: “Il benessere di Madeline è primario. Mi ha spezzato il cuore leggere i suoi post e messaggi. Come uomo non ho mai subito questo tipo di attenzioni, ma se c’è un problema bisogna risolverlo al più presto”.

Il direttore generale del Comitato olimpico australiano (AOC) John Coates assicura che SA andrà in fondo alla questione. “Sono addolorato dalle sue accuse, non c’è posto per certi comportamenti nello sport australiano”.

Tuttavia il nuoto australiano non è nuovo a questi scandali: nel 2015 un inchiesta governativa dimostrò che SA aveva assegnato incarichi a un allenatore con precedenti di molestie sessuali su minori, e aveva rinunciato ad aprire un indagine interna su un coach olimpico in situazione analoga.

Una ricerca indipendente condotta nel 2013 sul team di nuoto australiano alle Olimpiadi di Londra dell’anno precedente aveva invece in evidenza come la scarsa attenzione dell’istituzione avesse condotto all’instaurazione di un “clima tossico” all’interno della squadra, con casi di bullismo, alcolismo, utilizzo di droghe passati sotto silenzio. Ricerca che aveva condotto alle dimissioni di alcuni dirigenti di SA.

Oggi la storia sembra ripetersi: vedremo se alle dichiarazioni il presidente Perkins saprà far seguire i fatti.

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Ph. ©G.Scala/Deepbluemedia

 

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