Federica Pellegrini: “Verso la finale un passo alla volta. Il futuro? Faccio quello che ho voglia di fare”

L’ultimo 200 prima della partenza per Tokyo. 1.56.23, “forse il più facile che abbia nuotato in tutti questi anni”.

Federica Pellegrini la qualificazione l’aveva già ottenuta ad aprile a Riccione, senza sconti, in vasca come tutti. Potrei scrivere di tutte le sue gesta, ma oggi mi basterà dire che alla soglia dei 33 anni parteciperà alla sua quinta olimpiade, nella gara che l’ha portata sul gradino più alto a Pechino nel 2008. Da quel giorno sono passati tredici anni, di alti ma anche di bassi. Ma lei è stata sempre li, pronta a tuffarsi, nonostante tutto.

Com’è cambiata Federica da quando appena sedicenne si presentò ad Atene ad ora, che a pochi giorni dai suoi 33 anni, partirà per la sua quinta olimpiade?

A Tokyo avrò quasi il doppio degli anni. La me che sarà a Tokyo è una Federica sicuramente più consapevole della carriera che ha alle spalle e dei propri mezzi. Ad Atene era una Federica incosciente di tutto, matricola, appena sedicenne, non sapevo cosa potessi valere, tanto che mi ero qualificata ad Atene per i 100 sl ed invece presi l’argento nei 200. A Tokyo avrò grande consapevolezza di tutti gli aspetti tecnici, ma come persona non sono cambiata poi tanto.

Come vedi il campo partenti delle tue avversarie a Tokyo?

I 200 sono sempre stati una gara impegnativa, quest’anno in particolare con il rinvio, le giovanissime che due anni fa si sono approcciate al mondiale hanno avuto due anni di crescita interi. Sarà una gara super tirata già dalla semifinale, e poi la finale con Ariarne Titmus che ha già nuotato 1’53, ha già un’atleta superiore alle altre. Poi la finale bisogna vincerla chiaramente. Io parto da un po’ più indietro, ho una grande esperienza tattica, ma mi aspetto che già entrare in finale sarà dura. Approccerò come sempre un passo alla volta.

Cosa pensi della 4x100sl donne? Dal sesto posto a Rio alla non qualificazione…

È un grosso dispiacere perché se fosse stata data la possibilità di gareggiare a Gwangju nel 2019 si sarebbe qualificata con due anni di anticipo. Lì per lì è stato deciso di non portarla, un fatto un po’ insolito dato che ad un mondiale pre olimpico si tende a portare tutte le staffette proprio per ottenere il posto (a meno che non ci sia un buco enorme, ma non era questo il caso). Quindi dispiace che una staffetta che sarebbe stata facilmente nelle prime dodici al mondiale sia rimasta fuori dalle sedici totali che partiranno a Tokyo.

Il tuo futuro dopo Tokyo?

Dopo Tokyo ci sarà la ISL che mi impegnerà quasi un mese. Sono molto contenta che quest’anno torni a Napoli perché avevamo già provato due anni fa, ed il pubblico italiano ha sempre una marcia in più. L’anno scorso non ho praticamente partecipato per via del Covid. Mi è rimasto un po’ l’amaro in bocca perché è un format nuovo, dinamico e divertente che mi piace, anche perché è un gioco di squadra. Quelle di fatto dovrebbero essere le mie ultime gare. Ma la sto vivendo molto serenamente, faccio quello che ho voglia di fare.

Ph. ©F.Muccichini/Deepbluemedia

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