Olimpiadi: senza pubblico, risultati peggiori

Lo scorso 27 luglio sulla rivista Scientific American è stato pubblicato un articolo a firma di Maddie Bender dal titolo “Le Olimpiadi senza spettatori influiscono negativamente sulle performance degli atleti”.

Dal punto di vista della psicologia dello sport, un’Olimpiade senza tifosi è una sorta esperimento scientifico di vita reale che sta aiutando ricercatori e clinici a valutare l’impatto della folla di fan sugli atleti e anche sugli spettatori a casa. Le strane circostanze in cui si svolgono i giochi, infatti, possono caricare alcuni partecipanti di una pressione inaspettata. La superstar della ginnastica statunitense Simone Biles ha abbandonato la gara a squadre, spiegando alle compagne e ai giornalisti di non essere nello stato d’animo giusto per competere.

Le Olimpiadi estive del 2020(ne) hanno somiglianze e differenze con altri grandi eventi sportivi per i quali è stato necessario escogitare soluzioni creative per organizzare le gare senza spettatori. La Premier League inglese e la Liga spagnola hanno entrambe integrato la messa in onda delle partite con il rumore della folla tratto dal videogioco “FIFA 20”, mescolando l’audio del gioco alle azioni di gara in tempo reale. Una squadra di baseball taiwanese e una squadra di calcio tedesca hanno iniziato a popolare le tribune con ritagli di cartone raffiguranti i tifosi, e la tendenza ha preso piede a livello internazionale, soprattutto nel baseball e nel basket statunitensi.

Per le Olimpiadi, al contrario, non è stato adottato nessuno di questi espedienti. Non c’è alcun finto rumore di folla né ci sono le rappresentazioni bidimensionali dei fan per supportare le squadre. Da un certo punto di vista, la delusione è palpabile.

Per un atleta, stravolgere le proprie aspettative può andare ben oltre la delusione: può anche influenzare le sue prestazioni. Jamey Houle, psicologo della Ohio State University Athletics ed ex ginnasta, spiega che gli atleti competitivi sono addestrati per visualizzare-immaginare l’esecuzione di una certa azione o movimento. Senza nemmeno muovere un muscolo, gli atleti utilizzando la visualizzazione possono fortificare le proprie connessioni neurali e attivare la loro corteccia motoria, la regione del cervello che controlla il movimento.

Per farlo in modo efficace, spiega Houle, gli atleti che lavorano con gli psicologi dello sport cercano di simulare nel modo più realistico possibile le condizioni di gara. In preparazione ai giochi di Tokyo, gli atleti possono per esempio essersi allenati con un falso rumore di folla in sottofondo, prima che il divieto di spettatori fosse annunciato. Gli stadi vuoti possono quindi avere un impatto misurabile sulle loro prestazioni.

Questo fenomeno si basa su un concetto chiamato facilitazione sociale, e che si riferisce a un cambiamento nelle prestazioni di un individuo a seconda della presenza di altre persone. Gli atleti di alto livello tendono a esaltarsi di fronte al pubblico, mentre i concorrenti minori vacillano: “Se manca il pubblico, teoricamente, si dovrebbe vedere su tutta la linea un livello di prestazioni forse non così alto come quello che si avrebbe di fronte agli spettatori”, dice Wann. Secondo questa logica, un minor numero di record dovrebbe essere registrato durante queste Olimpiadi, e lo scarto tra le prestazione degli atleti potrebbe essere minore.

Leggi l’articolo originale [ENG]

Ph. ©G.Scala/Deepbluemedia

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