La Black Swimming Associaton lancia una ricerca sulle barriere che devono affrontare le comunità etnicamente diverse

La Black Swimming Association(BSA) sta lanciando un programma di ricerca innovativo con il quale spera di fornire una maggiore comprensione dei comportamenti e delle barriere che devono affrontare le persone di origine africana, caraibica e asiatica che impediscono loro di prendere parte all’attività acquatica. Nonché conoscenze sulla sicurezza dell’acqua, su come rimanere al sicuro in essa.

Secondo Sport England, il 95% di adulti neri e l’80% di bambini neri non nuota. Mentre circa 532,000 bambini di diversi etnie e comunità hanno perso lezioni di nuoto durante la pandemia.

Secondo Canal & River Trust, il 20,5% delle persone in Inghilterra e in Galles che vivono entro 1 km dall’acqua provengono da ambienti etnici diversi, che è al di sopra della media nazionale del 14%.

A causa di poca o nessuna conoscenza dell’educazione alla sicurezza dell’acqua, questi gruppi sono considerati ad alto rischio quando si tratta di annegamento.

Il presidente e co-fondatore Danielle Obe ha affermato:

Siamo fiduciosi sul fatto che questa ricerca possa migliorare la comprensione dei problemi e degli ostacoli che bambini e adulti africani,  caraibici e asiatici hanno nell’imparare a nuotare e nella sicurezza acquatica. E che loro possano trarre beneficio dall’attività acquatica per le loro vite.

Per la prima volta avremo una visione reale sulla natura di queste barriere: se sono culturali, basate sulla fede o su circostanze individuali.

Speriamo, attraverso una combinazione fra ricerca e coinvolgimento della comunità, di influenzare un reale cambiamento del settore acquatico.

Alice Dearing oltre ad avere fatto la storia a Tokyo quando è diventata la prima nuotatrice olimpica donna nera della Gran Bretagna nella 10km. È anche co-fondatrice della BSA e ha affermato in merito a questo progetto:

È un enorme passo avanti verso il coinvolgimento di più persone provenienti da ambienti etnici diversi tra loro e tutto ciò che hanno da offrire.

Un altro personaggio che prenderà parte a questo progetto è il Professor Mike Tipton. Il quale è capo ricercatore e partner accademico presso l’Università di Portsmouth. Guiderà la ricerca basata sull’acqua che dovrebbe analizzare le ragioni fisiologiche che si ritiene impediscano alle persone di origine africana, caraibica e asiatica di essere abili nuotatori. In merito al progetto ha  affermato:

Esaminando le caratteristiche fisiologiche, anatomiche e morfologiche dei volontari africani, caraibici e asiatici nell’aria e nell’acqua. Si spera che la ricerca proposta aiuti a sfatare il mito secondo cui questi individui non sono in grado di rimanere a galla e quindi di godersi le attività acquatiche.

Anche la  Royal National Lifeboat Institution(RNLI) che si occupa di sicurezza acquatica sostiene il progetto della BSA. Di modo da formare una partnership per collaborare alla sicurezza dell’acqua e al lavoro di prevenzione degli annegamenti.

Leggi la notizia su Swimming World Magazine [ENG]

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