Il parere di Sebastian Coe sul caso Lia Thomas. ” … Non si può ignorare il sentimento pubblico, ovviamente no, ma la scienza è importante …”

Anche il presidente dell’atletica mondiale, il britannico Sebastian Coe, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’integrità ed il futuro dello sport femminile a seguito dell’assegnazione del titolo NCAA sulle 500 yards alla nuotatrice transgender Lia Thomas lo scorso marzo l’atleta dell’Università della Pennsylvania è divenuta la prima atleta transgender a vincere un titolo della divisione I della NCAA.

Sebastian Coe

“L’integrità e il futuro dello sport femminile sono a rischio se non agiamo bene. Chiediamo un periodo di tempo più lungo prima di poter essere autorizzati a competere, perché l’impatto residuo di una transizione di genere è troppo marcato. Non c’è dubbio che il testosterone sia un aspetto determinante della prestazione, basta guardare come agisce la natura nelle ragazze di 12 o 13 anni, ricordo che le mie figlie superavano regolarmente le prestazioni dei maschi della loro classe, ma non appena la pubertà è iniziata la differenza fra loro è stata subito marcata ed è rimasta tale. Il genere non può prevalere sulla biologia. Queste sono questioni delicate, sono questioni sociali, vanno ben oltre lo sport, non mi permetto di sollevare discussioni infinite o fare della filosofia morale. Non si può ignorare il sentimento pubblico, ovviamente no, ma la scienza è importante.

Resta aperto il dibattito nella comunità scientifica sul fatto che i valori degli ormoni androgeni come il testosterone siano indicatori utili e certi per valutare il vantaggio atletico. Come suggerito da  Richard Budgett, direttore scientifico e sanitario del CIO, “Dobbiamo separare il concetto di genere da quello di idoneità a gareggiare“, l’opinione pubblica non riesce a separare le due cose, mentre gli addetti ai lavori e gli scienziati vedono a rischio l’integrità del mondo sportivo femminile e auspicano un protocollo d’intesa normativo comune a tutte le discipline sportive, richiesta già avanzata al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) proprio da Sebastian Coe. 

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