Peaty, padre entusiasta

A margine della prima giornata della International swimming league, Adam Peaty ha rilasciato un’intervista ai colleghi di Swimming world magazine. Alla prima uscita senza la famiglia al seguito, il campione inglese ha parlato con entusiasmo della recente paternità (la compagna Eiri Munro ha dato alla luce il piccolo George lo scorso 11 settembre):

La paternità è una cosa straordinaria. Mi dà forza. È un periodo della mia vita molto stimolante. Mi ha cambiato la prospettiva su tutto ciò che faccio, dentro e fuori dalla piscina. Secondo coach Melanie Marshall, nelle ultime tre settimane ho svolto i migliori allenamenti di sempre, nonostante George non mi lasci sempre dormire o riposare come di consueto. Penso che si tratti delle motivazioni di cui avevo bisogno in questo momento. Sento un’energia e un equilibrio differenti, comprendo meglio cosa per me ha veramente importanza.

Tanto è l’entusiasmo che Peaty sembra quasi preoccupato dalla prospettiva che i suoi London Roar passino il turno, costringendolo ad altre cinque settimane di permanenza a Budapest.

Sarà dura. Non sono mai stato lontano da George per più di un giorno. È stata dura, ed era solo un giorno. Sei settimane lontano dalla famiglia sono tante. Ringrazio la tecnologia che mi permette di rimanere in contatto e parlare, cantare le ninnananne al piccolo. Ma non mi lascerò abbattere; verserò qualche lacrima, ma questo è il mio dovere. Eiri preferirebbe che rimanessi a casa e lasciassi perdere tutto il resto, ma non credo sarebbe giusto.

È la miglior competizione possibile in questo momento. Ci sono tutti i migliori del mondo. Sarà interessante vedere come gli atleti rispondono al mix di allenamento, isolamento e competizione. È una situazione molto motivante, con prestazioni cronometriche di riguardo e magari controprestazioni dovute all’allenamento intenso. So che potrei essere sconfitto da atleti che magari arrivano da due settimane di scarico con l’obiettivo di battermi, ma ho raggiunto quel livello di maturità che mi consentirebbe di farmene una ragione -non fraintendete, io non mollo mai un centimetro, ma so in quale fase della preparazione mi trovo e cosa posso aspettarmi. Voglio solo tuffarmi e gareggiare al meglio che posso. Ho lavorato molto sul tuffo e sulla bracciata, sono curioso di vedere i risultati.

Leggi l’intervista completa [ENG]

Ph. ©G.Perottino/Deepbluemedia

Sara Curtis: "Sorridere è una buona medicina. Mi fido di Thomas, ma soprattutto lui si fida di me."

Sara Curtis: “Sorridere è una buona medi...

Il sorriso è il suo biglietto da visita. Per Sara Curtis si tratta di una stagione che sta evolvendo in ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative