Germania. ADHD e nuoto d’élite: la sfida (vinta) di Angelina Köhler e Ole Braunschweig.

Le loro storie dimostrano come, se ben compresa e gestita, questa condizione possa trasformarsi in una risorsa nello sport agonistico, anche di alto livello. Il loro impegno pubblico e personale contribuisce a modificare la percezione della neurodivergenza, promuovendone una visione più realistica, inclusiva e positiva sia nello sport che nella società.

Compagni di allenamento nel club SG Neukölln di Berlino, Köhler e Braunschweig si sostengono reciprocamente anche nella gestione quotidiana dell’ADHD e partecipano entrambi a una campagna di sensibilizzazione sulla neurodivergenza.

Ole Braunschweig: "È importante per me far capire che non è qualcosa di brutto. Al contrario: se riesci a gestirla e a concentrarti, si possono ottenere grandi risultati ... voglio aiutare la società a non vedere l’ADHD come una malattia, ma come un altro modo di pensare, sentire ed essere. 

La campionessa del mondo Angelina Köhler descrive la sua esperienza con l'ADHD come una medaglia a due facce dove difficoltà e talento convivono.

Angelina Köhler: "L'ADHD per me è come una medaglia: ha sempre due lati ... Ci sono momenti in cui non so come andare avanti e poi ce ne sono altri in cui riesco a concentrarmi al massimo e tutto mi riesce con facilità ... Mi dico: ok Angie, magari certe cose non ti riescono bene, ma in compenso sai fare benissimo cose che gli altri non sanno fare ... In acqua, l’ADHD diventa il mio superpotere ... Insieme è più facile parlarne.