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Il DT Cesare Butini: "Stiamo perdendo generazioni future ... Il presente è a rischio. Il futuro è molto incerto

"Tutti mi chiedono in che stato sono i ragazzi, ma i problemi del nuoto e degli sport acquatici sono ben altri ..."

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Da Federnuoto il direttore tecnico della nazionale Cesare Butini, alla vigilia del mondiali in vasca corta di Melbourne , pone una importante riflessione in merito alla grave sofferenza economica che si riflette sul presente e sul futuro delle attività dei gestori di impianti.

da federnuoto

"Tutti mi chiedono in che stato sono i ragazzi, ma i problemi del nuoto e degli sport acquatici sono ben altri. Paltrinieri, Ceccon, Martinenghi, Pilato e gli altri campioni azzurri non esisterebbero senza il lavoro delle società e delle  associazioni sportive sul territorio: dalla ricerca di giovani promesse alla loro formazione fino all'allenamento di alto livello.

Anche loro sono stati bambini accompagnati in piscina da famigliari per imparare a nuotare; solo poi sono diventati campioni. Se le famiglie avessero trovato le piscine chiuse e avessero dirottato l'interesse verso altri sport non esisterebbero tutte le loro medaglie e i successi che condividiamo con orgoglio. Questo è il vero problema: la grave sofferenza economica che si riflette sulle attività dei gestori di impianti a causa dei rincari energetici con costi quadruplicati. Peraltro questi ulteriori aumenti seguono le misure di contenimento della pandemia, che avevano già causato fortissimi disagi.

Molte piscine stanno chiudendo temporaneamente per superare l'inverno, se non a data da destinarsi. Gli aiuti dello Stato e degli enti locali non sono sufficienti. Gli atleti di vertice sono tutelati dalla federazione e dalle società che con immani sforzi riescono ancora ad autofinanziarsi, ma sono sempre meno e i mesi più freddi dell'anno sono ormai arrivati. Ci sono giovani atleti costretti ad allenarsi con acqua non riscaldata abbastanza o a trasferirsi in altri impianti o addirittura a stare a casa. Stiamo perdendo generazioni future, stiamo rischiando di interrompere la virtuosa ciclicità che garantisce all'Italia del nuoto di restare leader del movimento internazionale, ma soprattutto stiamo rischiando di avere in un Paese peninsulare con 8.000 chilometri di coste meno persone che sanno nuotare e che svolgono attività fisica, insomma meno benessere. Quindi sì: Paltrinieri, Ceccon, Martinenghi e Pilato stanno bene, ma non si può dire lo stesso del movimento di base.

Il presente è a rischio. Il futuro è molto incerto.

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