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Il CIO si prepara a ridisegnare i confini dello sport femminile.

Il Comitato Olimpico Internazionale valuta un bando totale per le atlete transgender prima dei Giochi di Los Angeles 2028.

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Secondo il quotidiano britannico The Times, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) sarebbe pronto ad annunciare, nel corso della prossima sessione di febbraio, un divieto ufficiale per gli atleti transgender – ossia uomini biologici che si identificano come donne – di competere nelle categorie femminili.

L’attuale politica del CIO affida alle singole federazioni internazionali la libertà di stabilire i propri criteri di eleggibilità. Con la nuova decisione, questa linea verrebbe sostituita da un bando totale per tutte le competizioni femminili, da applicare prima delle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Una decisione simbolicamente significativa, considerando che la città californiana è tra le più progressiste del mondo.

Alcuni sport olimpici avevano già anticipato questa direzione: World Aquatics (nuoto) e World Athletics (atletica leggera) hanno infatti introdotto proprie regole che vietano la partecipazione di atlete transgender alle gare femminili.

Il giornale riferisce che Jane Thornton, ex canottiera olimpica e medico del CIO, avrebbe presentato ai membri del Comitato una relazione dettagliata sugli effetti persistenti dei vantaggi fisici maschili, anche dopo la riduzione dei livelli di testosterone tramite terapie ormonali. La presentazione – definita “molto scientifica, basata sui dati e priva di emotività” – pare abbia convinto gran parte dei delegati.

La presidente del CIO, Kirsty Coventry, prima donna e prima africana a ricoprire questo ruolo, ha più volte dichiarato la sua intenzione di “proteggere le categorie femminili” nello sport, pur sottolineando la necessità di un approccio scientifico e condiviso con le federazioni internazionali.

Il dibattito sarà esteso anche alle atlete intersessuali, come nel caso della pugile algerina Imane Khelif, che ai Giochi di Parigi 2024 aveva scatenato polemiche internazionali vincendo l’oro nella categoria welter pur avendo cromosomi maschili e genitali femminili a causa di una condizione congenita.

Il nuovo regolamento, che dovrà ancora essere perfezionato, mira a resistere ai prevedibili ricorsi legali delle associazioni per i diritti transgender. Finora il CIO si era limitato a fornire linee guida generali alle federazioni, ma con questa decisione si passerebbe a regole formali e vincolanti a livello olimpico.

Kirsty Coventry (febbraio 2025): "Garantire l’equità nello sport femminile e mantenere l’integrità delle categorie femminili è essenziale. È fondamentale che tutti gli stakeholder collaborino su questa questione." 

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