Istituzioni sportive
WADA. Pubblicata la lista delle sostanze proibite 2025
In vigore dall'1 gennaio 2025.
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New York Times: Perso il controllo su migliaia di files alla vigilia dei Giochi di Parigi. WADA: affermazioni "semplicemente errate".
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Il New York Times ha sollevato una serie di nuove preoccupazioni riguardo la capacità gestionale e procedurale dell'agenzia mondiale antidoping (WADA), già sotto accusa per la gestione di casi di doping nel nuoto cinese e la presa di posizione sul caso del tennista azzurro Jannik Sinner. Pare che a causa di un guasto informatico, la WADA abbia perso il controllo su oltre 2.000 casi di doping, mettendo a rischio la corretta supervisione degli atleti che avrebbero gareggiato alle Olimpiadi di Parigi 2024.

LA REPLICA WADA
La WADA ha risposto all'articolo del New York Times, che sostiene che i dati antidoping relativi agli atleti partecipanti alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi 2024 potrebbero non essere stati correttamente esaminati dall'agenzia prima dei Giochi. La WADA ha definito queste affermazioni "semplicemente errate" e ha spiegato che derivano da informazioni trapelate in relazione a una riunione tecnica interna del maggio 2024, in cui si discutevano difficoltà nella migrazione dei dati da un vecchio sistema di gestione (LRM) a uno nuovo (RMC).
Contrariamente a quanto affermato dal New York Times, la WADA ha chiarito che le problematiche tecniche non hanno avuto alcun impatto sui Giochi di Parigi. I dati sono sempre stati accessibili e completamente aggiornati nel vecchio sistema (LRM) e in ADAMS, il sistema di gestione antidoping. Tutti i dati degli atleti sono stati correttamente esaminati. La WADA ha inoltre accusato il New York Times di essere stato nuovamente fuorviato da fonti con motivazioni discutibili, come accaduto in precedenti articoli sul doping nel nuoto cinese.
Nonostante le rassicurazioni della WADA, crescono le preoccupazioni riguardo l'integrità delle operazioni dell'agenzia.
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In vigore dall'1 gennaio 2025.
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4.770 controlli su 4.150 atleti. Per la prima volta il 39% degli atleti partecipanti è stato sottoposto a test almeno una volta, la percentuale più alta di sempre.