Federica Pellegrini, il libro di Stefano Arcobelli

Federica Pellegrini. Vincere, vivere, sorprendere: lo stile libero di una leggenda italiana.

Duecentocinquantasei pagine da leggere tutte d’un fiato. Trentatré capitoli, tre sezioni, per raccontare storie, emozioni e aneddotti di un personaggio unico. Una sezione fotografica. Un testo dedicato al grande pubblico come a chiunque abbia potuto apprezzarla come atleta e come persona.

Stefano Arcobelli ha presentato proprio ieri, 1 dicembre, il suo primo libro. Non certo la sua prima esperienza nella redazione di un libro, ma la sua prima biografia, il suo primo libro, tutto suo. La storia di una campionessa con l’occhio ed il cuore di chi ha avuto il privilegio di poterla ascoltare e raccontare in ogni occasione. Se non lui chi poteva raccontarla? Un cronista di vecchio stampo che ha saputo rinnovarsi e tenere il passo dell’evoluzione tecnologica e la trasformazione del giornalismo, tanto da continuare ad essere un riferimento. Timido, schivo e silenzioso, capace di raccontare le emozioni proprio attraverso i suoi pezzi. Arcobelli ci ha permesso una breve intervista per raccontare il suo lavoro.

Stefano come è nata l’idea di scrivere il libro sull’atleta più raccontata di sempre?

Federica aveva già parlato di sé con la sua autobiografia. Però l’idea di scrivere un libro su di lei c’è sempre stata. Con l’inizio della pandemia è iniziata la vera stesura. C’era il dubbio se pubblicarlo prima o dopo le Olimpiadi. Credo sia valsa la pena attendere il post Tokyo, Vederla nuotare la sua quinta finale olimpica nei 200 stile libero è stato qualcosa di epico, ma ancor più grande è stato sentirle dire “non ho mai fatto una finale così serena”. Lei è la storia del nuoto mondiale femminile. Inoltre l’elezione di Federica a membro del CIO è stata un’ulteriore consacrazione della sua grandezza e se vogliamo anche una piccola compensazione per quanto non è riuscita a vincere: avrebbe meritato di vincere molto, molto di più ai Giochi Olimpici.

 

Come mai hai scelto di chiedere la prefazione del tuo libro ad Elisabetta Caporale?

Elisabetta ha sempre potuto raccogliere le prime emozioni di Federica Pellegrini appena uscita dall’acqua. A caldo. Io sono sempre arrivato dopo, dopo che qualche emozione era raffreddata. Magari riuscendo in più tempo a cogliere qualcosa di più profondo.

 

Hai capito chi è la vera Federica?

Sono stati anni intensi, irripetibili. Ma forse in fondo, nel privato, non la conosciamo ancora neanche noi.  È cresciuta tanto, e ha dato tantissimo.

 

Federica lo ha letto? Come ha commentato?

Sì lo ha letto [e non aggiunge altro – ndr].

 

A chi è rivolto il libro? Perché comprarlo? La copertina fa capire che si tratta di qualcosa di intimo e profondo…

Si tratta della storia della più grande nuotatrice azzurra, tra le più forti mondiali di sempre, l’atleta italiana più popolare degli ultimi vent’anni al mondo. Il libro è rivolto a chiunque, non è un libro tecnico bensì la storia di un personaggio che è cresciuto negli anni, facendo crescere il mondo del nuoto e la sua percezione nella vita di tutti i giorni. La copertina racconta una Federica, fuori dall’acqua, riflessiva e visionaria. Una foto che esprime una vena che oggi potrebbe potrebbe sembrare malinconica. Una foto che la rappresenta profondamente.

 

Cosa racconta il libro?

Il libro è un tributo alla carriera. Ho voluto condividere le emozioni di un osservatorio privilegiato, il mio, in occasione di tutte le gare, di tutti i momenti più o meno belli di un personaggio unico. Ho dunque raccontato senza reticenze tutto ciò a cui ho avuto occasione di assistere, con l’obiettivo di raccontare la grandezza di Federica Pellegrini nella sua interezza e imperfezione.

 

Cosa si deve aspettare il lettore?

Non si tratta di una semplice biografia. Il libro ha 33 capitoli ed è diviso in tre parti: dal baby boom a Divina, caratterizzazioni e una sorta di glossario finale.

La prima parte è appunto il riassunto di quindici anni di grande nuoto, considerando la sua crescita personale. C’è anche un capitolo dedicato ad Alberto Castagnetti.

La seconda parte, quella delle caratterizzazioni, racconta alcuni temi specifici. Capitoli dedicati alle rivali, alle compagne, alle grandi rimonte. Un capitolo è dedicato ai tatuaggi di Federica Pellegrini, che corrispondono a determinate fasi della sua vita: ad esempio quello dell’araba fenice, perché quella scelta? Un capitolo è dedicato alla mamma di Federica, figura fondamentale. Insieme alla mamma si parla ovviamente della famiglia. Nel capitolo dell’eredità vengono elencate tutte le compagne di staffetta che grazie a Federica sono riuscite a conquistare medaglie importanti. E poi un capitolo sui social, “Dagli haters ai sorrisi”; Federica è diventata grande ancor prima dell’era dei social. Federica è stata ed è una campionessa autentica, mai banale, che può piacere o non piacere ma che alla fine della sua carriera ottiene una sorta di consacrazione finale, conquistando tutti. Federica non ha mai diviso, piuttosto ha unito. Cambiando lei nel tempo, senza però stravolgere il suo essere. Maturando. Ha avuto ragione a non ritirarsi nel 2016 in un momento di cruciale.

La terza parte rappresenta di fatto una ricostruzione della storia dei suoi risultati. ‘Dicono di lei’, con il contributo di numerosi personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo (ad esempio Totti o Zanardi). Una raccolta di frasi, pensieri e commenti nell’evoluzione del personaggio di Federica Pellegrini nel tempo. La crescita della percezione della sua grandezza con gli occhi degli altri, ma anche con i suoi occhi:  ‘Dice di sé’.
Il libro si chiude con un’analisi sul personaggio ed il suo futuro in politica, il suo futuro professionale e anche personale, ultimo il progetto matrimonio-famiglia.

 

Che messaggio può lasciare questo libro?

Grazie a Federica c’è una nuova consapevolezza del nuoto e del nuoto femminile. Oggi si vivrà un vuoto importante che il movimento dovrà prontamente colmare, dando spazio ai racconti, agli atleti emergenti. A Federica si deve riconoscere anche la grande schiettezza e trasparenza. Mai nessun atleta ha condiviso ogni momento della sua quotidianità, basti pensare alla capacità di rendere note le visite di controllo antidoping su Instagram all’alba. Federica ha saputo credere e dar spazio al tema del nuoto professionistico.
Un omaggio alla carriera che si è appena conclusa. L’ultima gara di Riccione ha confermato la puntualità del sottotitolo del libro: sorprendere. Chissà se la ristampa bisognerà aggiungere altre sorprese.

Diarkos editore

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L’autore

Stefano Arcobelli

59 anni, nato a Catania, residente a Milano dal 1988, giornalista professionista dal 1986. Ha studiato Scienze Politiche e da 35 anni lavora alla Gazzetta dello Sport.  Caporubrica-inviato per gli sport olimpici nuoto, sci nordico, baseball. Ha seguito, come inviato, 11 Olimpiadi, nonché i campionati mondiali ed europei di varie discipline: boxe, canottaggio, canoa, baseball, slittino, biathlon, snowboard. Appassionato di sport sin da giovane, ha praticato baseball, sport di cui è profondo conoscitore. Anche con il blog ‘Questione di stile’, legato al progetto editoriale di Gazzetta dello sport, racconta il nuoto e i personaggi. Docente per numerose conferenze universitarie, è stato più volte premiato per la sua carriera giornalistica: nel 2017 è stato miglior giornalista dell’ anno dalla Federazione mondiale del nuoto (Fina).

Foto di copertina © Giorgio Scala DBM: “Stefano Arcobelli alla premiazione AIPS Sport Media Awards – Glasgow 04/08/18

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