La storia del “pari-merito”

In seguito alla scomparsa di John Devitt (86), riproponiamo l’articolo sul pari-merito redatto da Massimo Anelli.

CURIOSITA’ OLIMPICHE: il “pari-merito”

 Fino a quando fu l’occhio umano a prevalere, il concetto di “arrivo pari-merito” non fu neppure lontanamente considerato: due atleti non potevano arrivare assieme e la sensibilità visiva dei giudici avrebbe sempre permesso di capire chi aveva prevalso.

Fu così che i 100 stile libero maschili di Roma 1960 furono assegnati all’australiano John DEVITT sullo statunitense Lance LARSON, anche se il cronometro  manuale (ma anche la vista di molti presenti…) aveva dato in vantaggio il secondo sul primo di un decimo (55,1 contro 55,2).

Questo il dettaglio del racconto,”liberamente” tratto da “www.sports-reference.com”:

<< Nel 1960 ci sono tre cronometristi ufficiali per corsia. Per DEVITT tutti è tre fermano il cronometro a 55,2. Per LARSON rilevano un 55,0 e due 55,1. Oltre al crono manuale, c’è un crono elettronico di BACKUP, anche questo a vantaggio di LARSON (55,10 contro 55,16). Dopo lunghe consultazioni, il giudice arbitro tedesco Hans RUNSTRUMER vota per la vittoria a DEVITT e assegna anche a LARSON il tempo di 55,2. Pare che però le regole del tempo non prevedessero per il giudice arbitro questo potere decisionale. Il team USA ricorre in appello, inutilmente. DEVITT viene dichiarato vincitore e LARSON e DEVITT assieme vengono indicati come detentori pari-merito del record olimpico dei 100 stile libero maschili.

Da quel giorno e per i successivi 4 anni, Max RITTER, tesoriere del comitato olimpico USA e membro del comitato esecutivo della FINA, conduce una battaglia senza quartiere per la revisione dell’esito sancito a Roma, senza successo. Pare che DEVITT debba il suo oro all’incompetenza dello svedese Bertyl SALFORS, segretario generale della FINA, che applica – impropriamente – alle gare olimpiche una parte del regolamento svedese, che prevede che prevalga il potere decisionale del Giudice Arbitro su quello dei cronometristi.

Infine, su “Sports Illustrated”, viene pubblicata una foto nella quale si notano le seguenti cose:

– la chiara vittoria di LARSON

– la lontananza di RUNSTRUMER: una quindicina di metri almeno, essendo il giudice a 5 metri dalla linea di arrivo e dalla parte della corsia 8, con LARSON in 4, DEVITT in 3, il 3° DOS SANTOS in 6 (55,4) e il 4° HUNTER in 5 (55,6), quindi, oltretutto, coperto dall’arrivo degli altri atleti. >>

Dal 1972, anche nel resto del mondo, oltre che negli USA, inizia a comandare il cronometro, ma la prima esperienza costringe i fautori dell’innovazione tecnologica a correggere il tiro. A cosa possono infatti servire i millesimi nel nuoto. La risposta ci viene dai 400 misti maschili di Monaco: servono a rovinare la vita (natatoria) all’atleta USA Tim MCKEE, che nella sua lunga carriera olimpica raccoglierà un totale di 3 argenti, uno dei quali veramente bruciante.

Allo svedese Gunnar LARSSON, grandissimo mistista di quegli anni, non sarà certo interessato il fatto di condividere o meno la medaglia d’oro ma il regolamento è il regolamento: LARSSON e MCKEE toccano le piastre in contemporanea, ma non proprio… il cronometro segna 4.31,98 ma i giudici vanno a consultare i millesimi e la contemporaneità viene annullata per soli 2 millesimi, a vantaggio dello svedese. Nessuna protesta è possibile, comanda la tecnologia. Il regolamento – ingiusto – qualche tempo dopo, quando anche l’olandese BRIGITHA perde un argento mondiale per un motivo analogo (58,87 come la BABASHOFF, 100 SL femminili dei mondiali 1973): nessuno andrà più a verificare la terza cifra dopo il secondo.

I pari-merito cominciano a fioccare, mano a mano che il numero di atleti di vertice aumenta e le prestazioni si appiattiscono verso l’alto. Gli organizzatori devono cominciare a fare i podi più larghi (scherzo, ci salivano già le staffette) e a preparare un numero maggiore di medaglie…

Nel 1984 i 100 stile libero femminili vedono trionfare in 55,92 la veterana spilungona Nancy HOGSHEAD e la giovane e piccola Carrie STEINSEFER, entrambe USA.

Nel 1988 la giovane tedesca est Katrin MEISSNER (15 anni) e l’anziana statunitense Jill STERKEL (27) agguantano il bronzo dei 50 stile libero femminili in 25,71.

Ancora, a Sidney 2000, sono i 5o stile libero maschili a decretare una parità tra un giovane e un veterano. Anthony ERVIN (19) e Gary HALL (25) toccano assieme in 21,98. La progressione costante di HALL in questa gara è singolare: 2° nel 1996 (22,26 contro il 22,13 di POPOV), 1° pari-merito nel 2000, 1° in solitudine nel 2004, per un solo centesimo su DRAGANIJA (21,93 contro 21,94).

Nel 2004 è la volta del bronzo dei 200 dorso femminili: la tedesca Antje BUSCHSCHULTE fa compagnia alla giapponese Reiko NAKAMURA, in 2.09,88.

Nel 2008 se ne registrano addirittura 2. Entrambe le coabitazioni riguardano una medaglia di bronzo in campo maschile.

Nei 100 stile libero Jason LEZAK e Cesar CIELO FILHO toccano in 47,67, mentre nei 100 dorso sono l’aussie Hayden STOECKEL e il russo Arkady VYACHANIN a piombare sull’arrivo assieme, in 53,18.

VYACHANIN è “mister pari-merito”, avendo diviso l’argento mondiale 2003 con l’australiano Matt WELSH in 53,92 e avendo ottenuto un 8° posto assieme a Helge MEEUW nelle semifinali dei 200DO, sempre a Pechino. In quest’ultimo caso, vincerà lo SWIM-OFF (con grave disappunto di ROGAN, che probabilmente conosceva bene le potenzialità del russo) e arriverà al bronzo in finale. Per la serie, il pari-merito porta bene…

A proposito di SWIM-OFF, ad Atlanta 1996 il pubblico può assistere a 2 casi storici.

Nei 50 stile libero maschili Fernando SCHERER, Francisco SANCHEZ e Bengt ZIKARSKY chiudono le batterie all’8° posto in 22,68. Solo uno potrà fare la finale. Nello SWIM-OFF ZIKARSKY si fa squalificare, mentre SCHERER regola affannosamente SANCHEZ (22,71 contro 22,74). Non è finita, in finale il biondo brasiliano ha la forza di prendersi il bronzo con un grandissimo 22,29.

Nei 200 stile libero maschili arrivano assieme sulle piastre il britannico Paul PALMER e il grande finlandese Jani SIEVINEN. Il loro 1.49,05 vale un 8° posto pari-merito. I due si affrontano quindi in un tesissimo SWIM-OFF, al termine del quale nessuno crede a ciò che vede: entrambi toccano infatti in 1.48,89. A questo punto il finlandese, stremato, rinuncia ad una seconda disfida e lascia il posto in finale a PALMER (8° in 1.49,39).

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