“Niente proteste sul podio olimpico”

Kirsty Coventry (nella foto in azione a Londra 2012), dorsista e mistista dello Zimbabwe con due titoli olimpici e sette mondiali in bacheca, attuale presidente della Commissione atleti del CIO, informa che la suddetta commissione riunita in conference call ritiene illegittima qualsiasi manifestazione di protesta eseguita sul podio olimpico.

La call è stata organizzata per discutere sull’interpretazione dell’articolo 50 della Carta olimpica che al comma 2 recita:

Nelle aree, sedi, luoghi di svolgimento delle Olimpiadi non è consentito alcun genere di manifestazione o propaganda politico, religiosa o razziale

Al centro dell’attenzione i recenti episodi di protesta sul podio di eventi sportivi di rilevanza internazionale: nelle ultime 24 ore sul podio dei Pan American Games in corso di svolgimento a Lima lo schermidore USA Race Imboden si è inginocchiato per protesta contro le politiche di Donald Trump, mentre la connazionale martellista Gwen Berry ha sollevato il pugno durante la cerimonia di premiazione, con le stesse motivazioni. Lo United States Olympic and Paralympic Committee ha posto entrambi gli atleti sotto osservazione e ha avvertito che ulteriori episodi del genere saranno puniti severamente.

Durante i Mondiali di nuoto di Gwangju avevano fatto scalpore le proteste di Mack Horton e Duncan Scott nei confronti dell’atleta cinese Sun Yang. Comportamenti che, secondo la Commissione atleti (che oltre a Coventry comprende altri due ex nuotatori: l’ungherese Daniel Gyurta e la canadese Chelsey Gotell), non avranno diritto di cittadinanza a Tokyo 2020.

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Ph. ©Deepbluemedia

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