Si accende la Torcia olimpica: un bagliore di luce tra le porte chiuse

Un incubo? Un brutto sogno? No, è tutto vero: il mondo si è fermato, ha chiuso le porte. E con lui anche lo sport italiano: non bastano gli eventi blindati al pubblico, servono misure più drastiche per sconfiggere COVID-19. Sportivamente parlando, il 2020 era l’anno Olimpico, l’anno che ogni atleta sogna e che ogni appassionato attende con ansia. Eppure oggi Tokyo 2020 è un punto di domanda. Si aprono le scommesse, si parla di una manifestazione a porte chiuse, ma la decisione ufficiale spetterà al CIO tra poco più di due mesi.

Intanto, mentre noi attendiamo fiduciosi e speranzosi perché “se i Giochi fossero cancellati, il nostro cuore si spezzerebbe”  (J’den Cox), il viaggio della torcia olimpica sta per iniziare. Nell’antica Olimpia, giovedì 13 marzo la fiamma si accenderà, ma sarà uno spettacolo per pochi eletti e a porte chiuse, proprio a causa dell’emergenza Coronavirus: non accadeva da 36 anni.

Effetti speciali ridotti: una staffetta di tedofori che durerà sette giorni e viaggerà tra alcune città della Grecia per poi essere spedita via area in Giappone; lì dopo un trekking di centoventuno giorni raggiungerà la città di Tokyo per la cerimonia di apertura della manifestazione.

Di seguito, quanto dichiarato dal Comitato Olimpico Ellenico:

Sollecitiamo i sindaci delle città attraverso le quali passerà o pernotterà la Fiamma Olimpica a seguire le istruzioni del Ministero della Salute e dell’Organizzazione Nazionale della Sanità pubblica. Il Comitato Olimpico Ellenico continuerà a monitorare la situazione e, a seconda degli sviluppi, prenderà decisioni, sempre al fine di proteggere la salute pubblica

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