Speciale Gruppi Sportivi Militari: le Fiamme Gialle

Continua il nostro approfondimento sui Gruppi Sportivi Militari: dedichiamo il mese di aprile alle Fiamme Gialle, un gruppo ben solido che vanta oltre cento anni di attività. Un percorso che inizia nel 1911, quando in occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell’Unità vennero organizzate delle competizioni sportive alle quali presero parte anche i finanzieri in tutta Italia. Asiago fu la location selezionata per ospitare le gare di sci, Torino quelle di ginnastica e Roma quelle di tiro a segno; gli atleti selezionati tra le Fiamme Gialle vennero organizzati in aliquote, chiamate nucleo e successivamente gruppo. Questi erano diretti da reparti ordinari della Guardia di Finanza presenti sul territorio in cui erano stanziati.  E oggi? Per saperne di più lasciamo la parola al Tenente Colonnello Edoardo Viti.

Riassumerebbe le origini delle Fiamme Gialle e mi descrive la struttura del Gruppo?

È doveroso fare una premessa: non sarà facile far capire come si struttura il nostro organico ai non addetti ai lavori. Abbiamo oltre cento anni di storia alle spalle, pertanto inizierei dall’attualità per procedere a ritroso. Il Centro Sportivo coordina tutta l’attività sportiva agonistica della Guardia di Finanza dal 1994. Da quest’ultimo dipende il “Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle” che, a sua volta, dirige cinque Nuclei Atleti entro i quali sono ripartite e praticate dodici discipline olimpiche. Il II Nucleo Atleti, con sede a Castelporziano, è responsabile della direzione tecnica del Nuoto (insieme ai Tuffi, al Judo, al Karate, al Tiro a Segno, al Tiro a Volo e alla Scherma). Occorre concepire il Gruppo Polisportivo come una società sportiva con un presidente (il Comandante), cinque vice presidenti esecutivi (i comandanti dei Nuclei) e tanti direttori tecnici quante sono le discipline sportive praticate. Nel 1984, con l’istituzione del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle fu realizzata una prima centralizzazione allorquando tutti i Gruppi Sportivi che vennero fatti confluire sotto un’unica direzione. Il nuoto entra a far parte dello sport Fiamme Gialle nel 1982 quando venne costituito il “Gruppo Nuoto” con sede a Roma, posto alle dipendenze del massimo Istituto di formazione della Guardia di Finanza: l’Accademia. Attualmente, tale settore è rappresentato da otto ragazze e cinque ragazzi, supportati da un Direttore tecnico, il Maresciallo Corrado Ferrara, due tecnici Christian Galenda e Martina Cuppone, e da uno staff di preparatori atletici e fisioterapisti; tutto il personale che assiste gli atleti è interno al gruppo. Abbiamo anche una Sezione Giovanile che conta venti fra ragazzi e ragazze che si allenano presso gli impianti del Centro sportivo di Castelporziano.

Come funziona il vostro iter di selezione degli atleti? I membri del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle dovrebbero avere delle caratteristiche particolari?

Diciamo che non occorrono requisiti particolari: semplicemente è necessario essere in buona salute ed equilibrati. Tuttavia per entrare a far parte dei Gruppi Sportivi Fiamme Gialle è necessario arruolarsi nella Guardia di Finanza. Si accede mediante il superamento di un concorso pubblico, riservato ad atleti, che il Comando Generale della Guardia di Finanza indice ogni anno. Per concorrere bisogna aver compiuto diciassette anni e non aver superato i ventisei. Relativamente ai titoli sportivi vengono valutati i risultati ottenuti dai candidati e rilevati dal curriculum agonistico rilasciato dal C.O.N.I. o dalle Federazioni Sportive Nazionali. Particolarmente decisivi ai fini della selezione sono i risultati conseguiti dall’atleta in ambito internazionale e nazionale.

Nel vostro albo d’oro vi sono numerosi successi e risultati prestigiosi: quali sono quelli che metterebbe in risalto e quelli che ancora oggi la emozionano di più?

In primo luogo citerei gli ultimi risultati, in quanto fondamentali per orientarci in termini di programmazione futura e di pianificazione tecnica. Nello specifico: l’argento di Arianna Castiglioni nei 100 metri rana e quello di Silvia Scalia nella staffetta 4×50 mista ai Campionati europei in vasca corta di Glasgow di dicembre 2019. Attendevamo i Campionati italiani assoluti primaverili a marzo per avere delle conferme, ma poi sappiamo tutti come è andata. Ovviamente non potrei non ricordare i Giochi olimpici di Sidney nel 2000 e la straordinaria, storica impresa di Domenico Fioravanti. Conquistando l’oro nei 100 rana, fu il primo nuotatore italiano a vincere un oro olimpico e solo dopo tre giorni, aggiudicandosi anche la finale dei 200 rana, diventò il primo nuotatore nella storia a firmare la combinata 100-200 metri rana in una singola edizione dei Giochi.     

Tra i membri delle Fiamme Gialle vi sono stati e vi sono tutt’oggi atleti di grande spessore: al momento attuale chi sono i vostri trascinatori?

Il nuoto è uno sport a tempo, perciò trovo che sia relativo considerare il fattore umano. In sostanza: quando so che i miei avversari sono avanti a me di qualche decimo, io devo impegnarmi al massimo per ottenere gli stessi risultati. Poi, chiaramente durante il momento del confronto subentra anche la giusta condizione mentale per arrivare prima di tutti. Queste situazioni sono tutte riconducibili al rapporto che intercorre tra tecnico e atleta. In ogni caso, tutti gli atleti più anziani delle Fiamme Gialle sono chiamati a fare da “trascinatori”, nonché accompagnare i neo-arruolati in un mondo piuttosto diverso da quello cui questi erano abituati. Menzionerei Arianna Barbieri, Alice Mizzau e Alessia Polieri che oggi “devono” fare da guida alle nuove arruolate, essendo nel gruppo da quasi  più di dieci anni. Caso particolare quello di Arianna Castiglioni, che malgrado la metà degli anni di servizio, è un punto di riferimento noto per i successi ottenuti da giovanissima.  Per quanto Andrea Toniato abbia concluso il suo percorso, vorrei comunque citarlo, in quanto modello di serietà e di rigore assoluto in termini di impegno agonistico sino all’ultimo giorno. A raccogliere la sua pesante eredità vi sono oggi Alessandro Bori e Giacomo Carini, che hanno già dimostrato di avere tutto il carisma e le carte in regola per farlo. Poi ci sono i più  “giovani” come Silvia Scalia, Alberto Razzetti, Sara Franceschi e Aurora Petronio dotati di grande personalità con un futuro in mano tutto da scrivere. Silvia in particolare ha già provato l’emozione di vincere vestendo i colori delle Fiamme Gialle. Concludo con nostri allievi finanzieri Costanza Cocconcelli, Alessandro Fusco e Michele Lamberti che sono in ottime…corsie.   

I Gruppi Sportivi Militari apportano un indiscusso valore aggiunto al nuoto, ma anche allo sport in generale. Cosa ne pensa? Quali sono i grandi vantaggi?

Senza alcun dubbio i Gruppi Sportivi Civili e Militari contribuiscono al mantenimento dello sport agonistico di alto livello. Tale sostegno è insostituibile, soprattutto per quanto concerne gli sport definiti “minori”, perché incapaci di sviluppare autonomamente l’attività di alto livello, data la mancanza di risorse economiche. In quest’ottica la Federazione italiana nuoto è stata lungimirante nel proporre e sostenere la collaborazione di tutti i livelli direttivi e tecnici della Federazione stessa, delle società civili e dei Gruppi Sportivi. I regolamenti federali consentono una sinergia tra le società e il Gruppo Sportivo di appartenenza: un grande vantaggio per gli atleti. L’attività dei Gruppi Sportivi e delle società deve convergere al conseguimento della miglior performance di questi in campo internazionale. Quando essi salgono sul podio per la cerimonia di premiazione, i colori che indossano sono quelli della Nazionale Italiana, non quelli sociali. Quali vantaggi per il Gruppo Polisportivo Sportivo Fiamme Gialle? La soddisfazione, l’orgoglio che il medagliato sia uno dei nostri. Tuttavia L’atleta non ci appartiene in quel momento, bensì incarna la Nazione intera. Gli atleti che decidono di arruolarsi fanno una precisa scelta di carriera pensando al loro post-agonismo. La possibilità di raggiungere una stabilità a livello economico è un fattore determinante, la sicurezza di poter pensare al domani consente ai ragazzi di poter seguire il loro sogno e mostrare ad altri futuri atleti che tutti i sogni si possono avverare. 

Grazie a voi gli atleti possono dedicarsi alla loro passione, ma allo stesso tempo vi sono dei doveri e delle regole che devono osservare?

Il finanziere è un militare, ma soprattutto un operatore di polizia economico finanziaria e per concepire il mondo sotto tale veste ci vuole molto tempo da destinare esclusivamente a questo compito. Non possiamo permetterci di impegnare gli atleti in sessioni di allenamento di uguale frequenza e durata a quelle assicurate ai loro colleghi finanzieri ordinari; pertanto a questi è richiesto, per il periodo cui rimane in attività, di dedicarsi esclusivamente all’agonismo. Tuttavia noi chiediamo loro di cambiare gradualmente il modo di pensare e vedere il mondo che li circonda. Un atleta di alto livello sa che ha degli obblighi etici e regolamentari specifici dello Sport ed è consapevole delle conseguenze a cui va incontro in caso di violazioni. Noi trasmettiamo ai ragazzi che entrando a far parte di un’organizzazione militare ci sono regole analoghe, se non sovrapponibili, a quelle dello sport. Tutti loro conoscono il rigore e la disciplina e se vogliono diventare campioni, devono declinare ogni comportamento secondo tali paradigmi. Inoltre, prima di essere campioni sono testimoni di comportamenti e valori positivi quali la lealtà sportiva, il rispetto delle regole e dell’avversario, ma anche di condotte impeccabili nella vita quotidiana. Cerchiamo di far capire il vero significato di essere un atleta militare: indossare una divisa significa avere una doppia responsabilità e ampliare il concetto di esempio. Oltre ad essere emulati dai giovani perchè si è vincenti e famosi, vi è il fatto di indossare una divisa rappresentando le Istituzioni. Alle Fiamme Gialle , inoltre, riteniamo fondamentale il rapporto con gli atleti più anziani. Una volta arruolato, ai fini giuridici esiste prima di tutto il finanziere con tutte le relative conseguenze dal momento che oltre alle leggi valide per tutti i cittadini, ognuno di noi deve rispondere anche ai regolamenti militari. Pertanto si giunge a situazioni in cui si è sottoposti a giudizio ai sensi dei doveri speciali richiesti al militare. Inoltre questi deve abituarsi da subito a confrontarsi per qualsiasi dubbio con il Direttore Tecnico del Gruppo Nuoto, il loro punto di riferimento per quel che riguarda la loro nuova veste giuridica.

Secondo lei in che cosa risiede la forza delle Fiamme Gialle?

In una frase potrei dire: nel nostro secolo di attività per lo sport! Ciò che ha fatto la differenza è sicuramente il rapporto tra la quantità degli uni e la qualità delle altre. La bravura dei nostri Comandanti/Dirigenti Sportivi è avere imparato dagli errori, e aver saputo orientare massivamente gli sforzi verso una direzione vincente al momento opportuno. La prima di tali scelte fu il raggruppamento e l’accentramento delle discipline sotto un’unica direzione, con la costituzione del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle. Alla base di ciò risiede il rapporto di continuità, una vera e propria osmosi tra i vari livelli che compongono un’unica organizzazione. Determinante anche la continuità dell’azione della dirigenza ad alto livello e l’avere una vision geneticamente costituita, ancor prima che condivisa. Non è un caso fortuito se ai giochi olimpici di Atlanta, nel 1996 due anni dopo la costituzione del Centro Sportivo alla programmazione, direzione tecnica e al controllo delle attività sportive agonistiche della Guardia di Finanza, le Fiamme Gialle conquistano da, sole, ventotto medaglie olimpiche. Sempre parlando di numeri: a Sidney 2000 otteniamo trentatre medaglie e da Atene 2004 fino a Rio 2016, il contributo di medaglie per l’Italia da parte nostra è stato, costantemente, superiore alle le quaranta. In cento anni di storia si consolidano tradizioni, culture, visioni programmatiche. Noi siamo parte di una famiglia, quella della Guardia di Finanza, ma sentiamo anche un ulteriore più stringente senso di appartenenza che deriva dalla nostra specificità sportiva. Sei hai ottenuto successi e hai saputo costruire attorno questi anche un contesto di valori, allora puoi rappresentare un’aspettativa per chi in quei valori si riconosce.  

Stiamo vivendo un momento particolare dove è difficile porsi degli obiettivi. Come avete affrontato questa fase di lockdown? Come giudica il rinvio delle Olimpiadi?

Esatto, è proprio difficile porsi degli obiettivi perché al momento siamo consci che qualsiasi punto di partenza non può poggiare su basi solide. Non è stato facile doversi arrendere giorno dopo giorno alle progressive difficoltà legate alle misure di contenimento adottate dal Governo. La salute degli atleti è una nostra precisa responsabilità, ma trasmetterlo a ragazzi e ragazze che stanno lavorando anche solo per giocarsi la loro opportunità olimpica può diventare arduo. Prima dell’ufficialità del rinvio dei Giochi olimpici, questi hanno fatto grandi sacrifici per cercare quell’opportunità. Inoltre il nuoto non perdona: non ammette fasi di inattività forzata, non è uno sport come gli altri. Il rinvio della manifestazione a cinque cerchi è un evento di per sé. Nell’antichità, la tregua olimpica consentiva a spettatori e atleti l’attraversamento dei territori nemici al solo fine di poter raggiungere Olimpia in occasione dei giochi. Questo 2020 ha offerto un ulteriore segnale dell’importanza e della trasversalità dello sport quando è declinato alla sua massima espressione: se davanti ad un’epidemia anche l’Olimpiade si ferma, allora tutto il mondo può fermarsi. Mai avremmo potuto prevedere uno scenario simile. 

 

Photo © Andrea Masini / Deepbluemedia / Insidefoto

 

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