At the pool bar con Marco Lancissi

Oggi abbiamo avuto il piacere di avere ospite il preparatore atletico delle squadre nazionali Marco Lancissi. Insieme a Walter Bolognani e Cristiano Guerra abbiamo parlato con lui di lavoro a secco, argomento particolarmente sentito in questo momento di lockdown poiché gli atleti, non avendo a disposizione l’acqua, possono tenersi allenati solamente così.

L’argomento è stato introdotto partendo dagli atleti della Nazionale, in particolar modo parlando del gruppo che lui segue stabilmente al Polo Natatorio di Ostia. L’obiettivo con loro è quello del mantenimento di un minimo di livello di forza e un minimo di livello di condizionamento organico. Mancando un obiettivo certo e mancando l’allenamento in acqua, il lavoro svolto a secco diventa di fondamentale importanza. Da un punto di vista metabolico è veramente difficile essere incisivi ai fini di un mantenimento, ma l’obiettivo è quello di mantenere quel minimo di condizionamento che possa permettere ai ragazzi di essere pronti quando potranno tornare in acqua.

Parlando poi di precauzione, Marco pone l’attenzione sulla posizione corretta di base, qualsiasi sia l’esercizio. Fare particolare attenzione alla stabilità dell’articolazione della spalla e dell’anca. È riuscito anche a far vedere con delle dimostrazioni pratiche la corretta postura in alcuni esercizi. Spiega come paradossalmente bisogni fare molta attenzione alle proposte a corpo libero, che proprio per l’assenza di attrezzatura possono essere prese un po’ troppo alla leggera.

Purtroppo tutte le capacità condizionali (forza, resistenza e velocità) risentono di questo stop forzato, soprattutto se il livello di allenamento è alto. Sicuramente l’aspetto aerobico, quello che interessa le fibre lente, è quello che si tende a perdere prima, e successivamente ne risente la parte anaerobica. Per quanto riguarda la forza, già nella prima settimana di stop c’è una perdita di circa un 3 per cento. Il VO2max dopo tre mesi scende tra un 15 e un 18 per cento. Sono comunque condizioni che si recuperano, ecco quindi l’importanza di allenarsi da casa: il recupero è più rapido se si è mantenuto un minimo di forma.

Di positivo c’è che questa emergenza dà il tempo agli atleti di porre maggiore attenzione al lavoro a secco: più concentrazione per il riscaldamento, per il lavoro di prevenzione, per la parte centrale, e così via. L’ideale sarebbe strutturare la seduta in questo modo: un leggero riscaldamento per poi passare a un po’ di stretching dinamico sempre cercando la massima ampiezza in tutti i movimenti; poi iniziare un riscaldamento più specifico in funzione del programma da svolgere; riscaldamento con gli elastici e poi passare alla parte centrale del lavoro. Sarebbe opportuno dedicare sempre un po’ di tempo al defaticamento con degli allungamenti statici. Inoltre si può approfittare per lavorare ognuno sul proprio punto debole, per colmare delle carenze. E sicuramente è importante fare un lavoro di “pulizia” sull’esecuzione tecnica dell’esercizio, partendo da degli esercizi semplici. Inoltre, va detto che in questo periodo di intenso lavoro a secco, i benefici interesseranno tutti, grandi e piccoli.

Durante la diretta si è posta l’attenzione anche in quelle che potrebbero essere le differenze nella preparazione atletica tra un velocista, un mezzofondista e un fondista. Lancissi spiega che non ci sono grandi differenze nella varietà di proposte che si possono fare; l’effettiva diversità potrebbe essere data dalla ricerca dello standard di forza, che in un velocista dovrà essere superiore rispetto ad un fondista, rispetto a un dato esercizio, e sul tempo che viene dedicato a quell’attività nella programmazione. Ma l’esercizio resta lo stesso. Le diversità di proposte poterebbero essere più evidenti in funzione dello stile di nuotata.

Esistono poi dei test di valutazione che si possono fare a casa per verificare il livello di mobilità articolare e che sono stati illustrati in diretta, sempre ponendo l’attenzione alle posizioni corrette di base.

Insomma, Marco Lancissi non si è certo risparmiato con le spiegazioni e ha dato moltissimi suggerimenti e spunti per poter rendere questo stop forzato il più produttivo possibile. Indicazioni utili per i tecnici che seguono a distanza i ragazzi, e per gli atleti, invitandoli a cercare di migliorarsi e di essere consapevoli che un buon lavoro a secco li aiuterà nella ripresa in acqua.

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