Maneggiare con cura

Titolare, come la totalità dei quotidiani oggi in edicola/video “Pilato la nuova Pellegrini” è tre volte offensivo.

È una mancanza di riguardo nei confronti di Federica Pellegrini, un’atleta unica e irripetibile come un diamante della corona, come ne nasce una ogni secolo se va bene. Avremo certamente altre grandi nuotatrici, qualcosa di paragonabile a Federica lo vedranno forse i nostri nipoti.

È una violenza nei confronti di Benedetta Pilato. La ranista tarantina è un mostro, nel senso che i latini assegnavano al vocabolo monstrum: portento, prodigio. Ma è soprattutto una bambina che deve essere aiutata a crescere come atleta e come persona al riparo da pressioni inadeguate alla sua età. Le medaglie vengono dopo.

È una circonvenzione delle decine di migliaia di quattordicenni che nuotano serenamente e anonimamente nella categorie giovanili, ai quali da oggi genitori dirigenti e tecnici invasati si sentiranno in diritto di richiedere prestazioni inadeguate al loro grado di sviluppo.

Perché è bene ribadirlo: Benedetta Pilato è un’eccezione. Magnifica, fresca, entusiasmante, ma eccezione a una regola che prevede il raggiungimento del picco prestativo in coincidenza con la maturità psicofisica. L’atleta pugliese ha ricevuto dalla natura dei doni preziosi ma da maneggiare con estrema cura, come spiegava bene coach Vito D’Onghia alla nostra Martina Marraro.

Non è elegante fare nomi, ma qualsiasi addetto ai lavori può citare facilmente una mezza dozzina di “nuove Pellegrini” stritolate dalla responsabilità negli ultimi dieci anni. Cerchiamo di crescere, e lasciamo crescere i nostri talenti.

Ph. ©A.Masini/DeepBlueMedia/InsideFoto

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