Nel pieno del dibattito che sta dividendo il mondo dello sport, il fuoriclasse Kyle Chalmers, ha deciso di esporsi. Pur senza appoggiare apertamente gli Enhanced Games, il 26enne liberista-farfallista australiano non punta il dito contro chi sceglie di parteciparvi. Anzi, vede in questa controversa competizione una possibile occasione per sollevare un problema cronico del nuoto d’élite: la scarsità di premi in denaro per chi compete pulito.
James è uno dei miei migliori amici, quindi di certo non sarò io a criticarlo per aver deciso di andare lì” ha detto Chalmers riferendosi a James Magnussen, ex campione del mondo che ha ammesso di aver assunto sostanze dopanti per provare a battere lo storico record di César Cielo nei 50 stile libero.
La scelta di Magnussen e l’annuncio ufficiale degli Enhanced Games, in programma a Las Vegas nel maggio 2026 e aperti all’uso di tecnologie e farmaci proibiti dalla WADA, ha spinto World Aquatics a reagire con fermezza. È stata infatti introdotta una nuova norma che esclude da ogni ruolo o competizione chi sostiene il doping, direttamente o indirettamente. Ma Chalmers sposta il discorso su un altro piano:
"Nel nostro sport non ci sono grandi premi. Spesso lo facciamo per amore del nuoto, non per soldi. E quindi non sarò io a giudicare chi sceglie una via diversa per costruirsi un futuro migliore o dare stabilità alla propria famiglia.”
Gli Enhanced Games promettono premi fino a 1.000.000 dollari per chi supera un record del mondo, una cifra impensabile nei circuiti ufficiali. E questo, per Chalmers, è il vero nodo della questione.
“I nuotatori sono sottopagati da troppo tempo, anche nelle competizioni più importanti.”
Lui si definisce fortunato: grazie a sponsor personali, riesce a vivere serenamente la sua carriera. Ma la realtà per molti colleghi è diversa:
“Ci sono tanti nuotatori che fanno fatica, ed è a loro che penso. Spero davvero che tutto questo porti a un cambiamento, a un riconoscimento economico più giusto per quello che facciamo. Vedremo se accadrà.”