Speciale Gruppi Sportivi Militari: le Fiamme Azzurre

Il nostro progetto di approfondimento dei Gruppi Sportivi Militari è giunto al termine. Con il mese di maggio diamo spazio al Corpo di polizia penitenziaria, nonché le “Fiamme Azzurre” con un’intervista al Responsabile Mariano Salvatore.

Quali sono le origini delle Fiamme Azzurre e come si struttura il Gruppo?

Il Gruppo Sportivo del Corpo di polizia penitenziaria, denominato “Fiamme Azzurre” (in riferimento al colore di questo) nasce con un decreto del Ministro della Giustizia il 25 luglio 1983. Inizialmente, come tutti i gruppi sportivi militari e di Stato l’unica disciplina praticata era l’atletica leggera e per l’avvio del sodalizio sportivo fu chiamato a collaborare il campione olimpico dei 200 metri Pietro Mennea.Circa quaranta anni più tardi alle Fiamme Azzurre si sono affiliate venti Federazioni sportive e praticano oltre trenta discipline sportive. Dipendono direttamente dal Capo del Corpo di polizia penitenziaria e dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il vertice operativo è affidato ad un dirigente del Corpo di polizia penitenziaria che si avvale della collaborazione di diversi funzionari responsabili della gestione amministrativa delle diverse discipline sportive. Inoltre essi si dedicano alla coordinazione delle attività tra l’area tecnica (Direttore Tecnico e allenatori delle diverse discipline) l’area sanitaria (medico sociale e fisioterapisti) e gli atleti.
Nel 2004 il G.S. Fiamme Azzurre ha aperto alla sezione nuoto e ad oggi abbiamo nel gruppo tre atlete, di cui due affermate campionesse, Ilaria Bianchi e Martina Carraro e, recentemente, è stata assunta una giovane promessa del nuoto nazionale Anna Pirovano. La particolare attenzione che il gruppo sta sviluppando verso tale disciplina ha indotto a bandire un concorso riservato a nuotatori di sesso maschile: ultimate le procedure concorsuali, potremo disporre anche di un nuotatore nelle categorie maschili.

I Gruppi Sportivi Militari apportano un indiscusso valore aggiunto al nuoto, ma anche allo sport in generale. Cosa ne pensa? Quali sono i grandi vantaggi?

Sebbene perfettibile per molti aspetti, lo sport di Stato è un modello invidiabile. I vantaggi sono molteplici: la serenità garantita grazie un impiego certo dopo l’attività agonistica, uno stipendio, strutture di livello che garantiscono un supporto medico, tecnico e dotate di strumenti tecnologici. Negli sport non professionistici con limitati introiti economici tali fattori rappresentano uno stimolo per atleti di vertice ed è il solo modo per garantire alla Nazione di occupare posizioni di prestigio nei medaglieri dei Giochi Olimpici, dei Campionati mondiali e continentali di tali discipline. La possibilità di tenere in vita un movimento di atleti d’elite incentiva la pratica sportiva su scala nazionale, consente di sviluppare nuovi campioni, ma soprattutto eleva la qualità della vita della collettività e riduce le patologie derivanti dalla sedentarietà, ma anche lo stress. 

Quali sono i risultati che la inorgogliscono maggiormente? 

Senza dubbio il quinto posto alle Olimpiadi di Londra nei 100 farfalla e le medaglie d’oro conquistate ai Campionati mondiali di Instabul in vasca corta da parte di Ilaria Bianchi. Ad essi si aggiunge il bronzo nei 100 metri rana di Martina Carraro ai mondiali di Gwangju, nonché la prima storica medaglia iridata femminile nella rana per l’Italia, con una prestazione da record italiano. Tuttavia le nostre due ragazze hanno collezionato diverse partecipazioni olimpiche e molte medaglie nei campionati continentali che a mio parere vanno evidenziati in quanto prestazioni straordinarie. A tal proposito vorrei ringraziare profondamente il segretario della sezione nuoto, il sovrintendente capo Enrico Dell’amore e il direttore tecnico, assistente capo coordinatore Alessandro Conforto

Come corpo militare, di quali valori vi fate portavoce? Cosa significa essere un atleta delle Fiamme Azzurre?

La polizia penitenziaria è un presidio di legalità e questo è in assoluto il valore di cui ci facciamo portavoce anche come appartenenti al Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre. Siamo consapevoli che la legalità si raggiunge attraverso percorsi complessi, che si insegna con condotte irreprensibili e mostrando integrità. Tale valore si conquista con sacrificio, proprio come le vittorie nello sport e ne siamo del tutto consapevoli. Non a caso ci gratifica diffondere la speranza che i grandi traguardi nello sport, nella vita e nel sociale non sono preclusi nemmeno a coloro che hanno intrapreso percorsi opposti. Le Fiamme Azzurre rappresentano speranza di metamorfosi di successo in ogni ambito sociale.

Come giudica il rinvio Olimpico? Ci saranno delle conseguenze secondo lei? Sia in positivo che in negativo.

Non sta a me giudicare il rinvio delle Olimpiadi: la decisione è stata presa, come ci dicono, per tutelare la salute degli uomini. Partendo da questo presupposto ogni altra argomentazione è superflua. Nessuna medaglia o prestazione sportiva potrebbe mai bilanciare la perdita di una sola vita umana. Inoltre, ritengo che avremmo assistito ad Olimpiadi surreali, dove avrebbe regnato il timore di possibili contagi: un clima non adatto ad una manifestazione sportiva. Lo sport racchiude valori come fratellanza, gioia, rispetto e amore che si manifestano con abbracci, strette di mano, condivisioni di mense e scambi culturali che il distanziamento sociale non avrebbe permesso, vanificando l’essenza stessa dei giochi. Con questo, trovo che il rinvio abbia conseguenze positive, perché permetterà alle Olimpiadi di essere Olimpiadi e non solo un grande business.

 

© Photo Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto

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