Infant Survival Swimming. Si riapre il dibattito.

In rete si è aperto (ri-aperto)  un dibattito piuttosto acceso sulle modalità utilizzate dalla Little Fins Swim School del Colorado, un club che utilizza come strumenti di educazione acquatica neonatale le reazioni alla sopravvivenza dei bambini di pochi mesi immersi o addirittura gettati in acqua (Infant Survival Swimming).

Da un decennio a questa parte le associazioni che utilizzano questa metodologia di approccio all’acqua si sono piuttosto diffuse in tutto il mondo, alcuni le celebrano affermando che è indispensabile per la sicurezza dei bambini, soprattutto negli States in ragione della larga diffusione delle piscine private, e per via dell’alto tasso di mortalità di questa tipologia di incidenti domestici,  altri, invece,  le criticano aspramente dicendo che questa esperienza acquatica può essere traumatizzante per il neonato, l’ultima discussione in ordine di tempo è nata da un video pubblicato su Tik Tok da una mamma i cui due bambini frequentano questa scuola nuoto del Colorado, segue il video.

Insegniamo ai bambini a reagire a queste situazioni e a trovare una strategia di uscita” ha dichiarato Lauri Armstrong proprietaria di Little Fins. “Quando i bambini cadono in acqua, non è mai carino. Spesso sono disorientati. Devono imparare a emergere e uscirne da soli“, afferma l’insegnante, che poi sottolinea che nel suo programma i bambini vengono gettati in piscina solo quando si sentono a proprio agio in acqua.

Sicuramente occorre contestualizzare la complessità della metodologia proposta nel suo insieme, qualche secondo a video probabilmente non è sufficiente per comprenderla fino a fondo, certo la visione di neonati gettati in acqua destabilizza la maggior parte delle persone.

On line sul sito della Little Fins sono disponibili informazioni e video a riguardo.

 

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