Sun Yang, sipario. Confermata la squalifica di quattro anni

Il Tribunale Federale di Losanna ha respinto il ricorso di Sun Yang contro la sentenza del Tribunale arbitrale dello sport (TAS) che l’anno scorso gli aveva inflitto una squalifica a quattro anni e tre mesi per aver distrutto con un martello una fiala del suo sangue durante un controllo antidoping.

Il tribunale elvetico, ultima istanza alla quale il nuotatore cinese poteva appellarsi, ha deliberato che la decisione “non è contraria ai principi fondamentali dell’ordinamento”.

Si chiude così una disputa iniziata nel settembre 2018, quando il nuotatore aveva distrutto la provetta sostenendo che i controllori arrivati a casa sua non avessero documenti comprovanti la loro identità. Poiché era già risultato positivo nel 2014 per uno stimolante proibito, Sun Yang nel febbraio 2020 fu sospeso per otto anni. Il Tribunale federale svizzero annullò tale decisione nel dicembre successivo, sanzionando una presunta “parzialità” del presidente del collegio arbitrale, l’italiano Franco Frattini.

Dopo una nuova udienza, il TAS aveva confermato la sospensione lo scorso giugno, riducendola a quattro anni e tre mesi, impedendo così all’atleta di gareggiare a Tokyo. La vicenda è riassunta nei dettagli in questo pezzo di Olympialex.

Sembra così calare definitivamente il sipario sulla controversa carriera del mezzofondista di Hangzhou, tre volte campione olimpico e tuttora detentore del WR dei 1500 stile libero in vasca lunga, anche se, essendo la squalifica decorrente da febbraio 2020, Sun Yang potrebbe ritornare a gareggiare ai Giochi Olimpici di Parigi del 2024, all’eta di 32 anni.

Ph. ©Deepbluemedia

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